Dopo le polemiche e le incalzanti richieste sono stati pubblicati online sul sito della Fondazione Einaudi i verbali redatti dagli scienziati che furono alla base delle decisioni del Governo dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Sono cinque i verbali per oltre 200 pagine che possono fare luce sulle ombre sulla gestione dell’emergenza. Documenti che che da giorni le opposizioni, e anche il Copasir, chiedevano di rendere pubblici. Ma non ci sono tutti. Mancano le riunioni dai primi giorni di marzo, quelle della mancata zona rossa ad Alzano e Nembro, in Val Seriana.
La novità di maggiore rilievo che emerge dalla lettura dei cinque verbali è che a marzo, con un documento riservato inviato al ministro della Salute Roberto Speranza, sull’analisi della situazione epidemiologica, il Comitato tecnico scientificio propone al governo di “adottare due livelli di misure di contenimento: uno nei territori in cui si è osservata maggiore diffusione del virus, l’altro sul territorio nazionale”. Nello specifico: misure più rigorose in Lombardia e nelle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini e Modena, Pesaro Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria e Asti”. Due giorni dopo, però, il presidente del Consiglio Conte con il Dpcm del 9 marzo dà il via al lockdown estendendo le stesse misure a tutto il territorio nazionale senza distinzioni e senza citare a giustificazione del provvedimento alcun atto del Comitato tecnico scientifico.
E’ per oltre 200 pagine, che sono stati pubblicati sul sito della fondazione Luigi Einaudi, dopo essere stati desecretati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono alcuni dei verbali quelli prodotti dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza del Coronavirus e sono alla base delle decisioni prese dall’Esecutivo con i Dpcm. Documenti che che da giorni le opposizioni, e anche il Copasir, chiedevano di rendere pubblici. Pagine pagine firmate dal Comitato istituito con un’ordinanza del capo del dipartimento della Protezione Civile il 3 febbraio scorso. I cinque verbali sono datati 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile 2020.
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