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Festival Orlando - ass. Immaginare Orlando

Bergamo

Il Festival Orlando si apre con l’atto di libertà di Silvia Gribaudi

Martedì 4 agosto, durante la serata inaugurale della settima edizione del festival (quest’anno con la nuova struttura in due atti), viene presentato OverTour, progetto performativo che vede protagoniste, insieme alla coreografa piemontese, anche alcune donne di Bergamo

Liberare la forza e la bellezza dei corpi, oltre i tabù e i cliché di canoni prestabiliti, in termini di genere, prestanza, età e capacità. Questo il senso del lavoro di Silvia Gribaudi, ospite della settima edizione di Orlando con due progetti che ne aprono e chiudono idealmente il primo atto, in programma dal 4 all’8 agosto.

In OverTour (incontro performativo, a cui seguirà il film Happy Ending, in collaborazione con Festival Danza Estate e Lab 80 film, che verrà presentato martedì 4 agosto alle 21 ad Esterno Notte, in via Torquato tasso 4), la coreografa piemontese presenta l’omonimo progetto, nato nel 2018, svolto su tre tappe di residenza (tra cui anche Bergamo), che ha visto protagoniste tre signore, accanto a Silvia Gribaudi ed al regista/videomaker Andrea Zanoli. Un lavoro con donne Over60 volto al superamento delle categorie di età e alla liberazione della bellezza, attraverso una forza rinnovata. “Mostriamo parte di un film che racconta la decennale esperienza del progetto Over60, portato in varie città, che ha come protagoniste signore appassionate di performance dal vivo e della danza, che hanno deciso di mettersi in gioco” – spiega la coreografa. Protagonisti sono il corpo e la vitalità di queste donne, che danzano negli spazi pubblici delle città, destrutturando il concetto di ciò che sia opportuno fare o meno dopo i sessant’anni.

“Sono istanti di vita vissuti al cento per cento, gesti potenti di donne che, due settimane fa, hanno mostrato la propria voglia di vivere anche in alcuni luoghi significativi di Bergamo (tra cui via Borgo Palazzo, il parco del Galgario e Palazzo Moroni), una città tra le più colpite dall’emergenza Covid-19. Il loro è un messaggio di vita importante: donne indipendenti che, attraverso l’accettazione dell’inevitabile cambiamento del proprio corpo, sono rivoluzionarie del proprio quotidiano, dove il concetto di vitalità è sempre presente”. Cambiamento del corpo come accettazione, rinnovata vitalità e rivoluzione: “all’interno delle imperfezioni di ogni singolo essere umano, – spiega Gribaudi – ritroviamo un nuovo concetto di armonia del corpo”.

Un concetto forte, messo in scena da Silvia Gribaudi anche nell’atto di grande libertà che è Graces. Premio Danza&Danza come miglior produzione italiana dell’anno 2019, l’ultimo lavoro della coreografa piemontese, che la vede protagonista insieme a Matteo Marchesi, Siro Guglielmi e Andrea Rampazzo, verrà messo in scena sabato 8 agosto, alle 21.30, al Lazzaretto di Bergamo (in un’iniziativa di Festival Danza Estate e Festival Orlando per Lazzaretto On Stage).

Un atto di libertà, portatore di un nuovo significato di bellezza, nato a partire dai canoni neoclassici delle Tre Grazie di Antonio Canova, destrutturati e immersi nella contemporaneità. “A partire dal bozzetto in creta dell’opera, presente al museo civico di Bassano del Grappa, dove è presente la residenza artistica CSC, alla fine del 2017 abbiamo iniziato un lavoro sul significato contemporaneo delle Grazie”. Dee portatrici di splendore, felicità e prosperità, che la tradizione vuole come figure femminili, ma che nella performance vengono personificate da tre uomini. “Il concetto di grazia per me significa essenzialmente incontro di fisicità, capace di aprire altre possibilità e altri immaginari. Assieme a Matteo, Siro e Andrea, abbiamo iniziato a lavorare sul concetto di armonia, grazia, femminilità, mascolinità, potere e, soprattutto, splendore, felicità e prosperità”.

Un’armonia destrutturata dal concetto classico, che scopre l’importanza dell’imperfezione umana. “L’armonia tra corpi è data dall’attimo presente, dalla relazione che si instaura tra di essi”. Attimo presente che in Graces è movimento, mutazione continua delle proporzioni, contro la rigidità della perfezione scultorea classica.

Festival Orlando

“Nello spettacolo, l’imperfezione è alla base dell’armonia. Un corpo che non presenta gli standard classici della danza, che propone movimenti che richiamano quella tecnica, si fa poi motore dell’ironia della performance. Ironia e gesto comico che hanno comunque alla base grande tecnica e serietà di approccio, anche perché tutti noi abbiamo un background di studi classici. Prima di tutto, Graces è atto di grande libertà”.

Libertà che porta ad immagini evocative, legate al concetto delle Grazie. Quattro figure, che possono raffigurare l’unità, oppure il singolo, come il coreografo-scultore rappresentato da Silvia Gribaudi. Figure che, nei singoli atti di libertà, non devono perdere però il punto di vista più importante: “fare seriamente ciò che si ama, per offrirlo al pubblico, invitato a scovare una propria lettura della performance”.

Una relazione, quella con il pubblico, che è alla base della sacralità del teatro e della danza, messa ancora più in risalto (e spesso in discussione) in questo periodo di emergenza. “Proviamo un’emozione nuova, a metà tra grande piacere e tristezza. Piacere di ricominciare e tristezza verso i nuovi metodi di fruizione dello spettacolo. Stiamo ancora elaborando una difficoltà che si mescola all’interno del moto della vita. Abbiamo cambiato la performance, mantenendo le distanze: ci ritroviamo comunque attraverso l’emozione. Alla fine, il meraviglioso è ritrovare il senso di stare insieme, un nuovo modo per ricominciare”.

OVERTOUR -TEASER – from Lab 80 film on Vimeo.

 

Spettacolo dal vivo che a Bergamo sta mostrando segnali di rinascita. “Tornare a Bergamo per noi è motivo d’orgoglio. Matteo Marchesi, bergamasco, è felice di poter presentare lo spettacolo nella propria città. Dobbiamo fare i complimenti agli organizzatori per essere riusciti ad avere la forza di andare avanti, di sostenere noi artisti e di poter offrire alla città sempre nuovi punti di vista”.

Il primo atto di Festival Orlando inizia martedì 4 agosto con l’esposizione Amour Monstre dell’artista e marionettista belga Sophie Hames. Sarà possibile visitare l’esposizione, ospitata all’interno dello Spazio Büro (Casa Sesti, ingresso da Via Tasca, 4, Bergamo), dal 4 al 9 agosto, da lunedì a venerdì ore 16.00 – 19.00, sabato e domenica ore 10.00 – 13.00 e 16.00 – 19.00, con ingresso gratuito (per garantire la sicurezza di tutti i visitatori, la mostra è solo su prenotazione, scrivendo una email a prenotazioni@orlandofestival.it oppure chiamando il numero 320 6149443).

OverTour, con Silvia Gribaudi, Andrea Zanoli e le donne del progetto Over60, verrà presentato sempre martedì 4, alle ore 21.00, ad Esterno Notte (via Torquato tasso 4).

A seguire, Happy Ending, film di Hella Joof (Danimarca 2018). Dopo aver aspettato (invano) che il marito manager si ritirasse dal lavoro per godersi insieme a lui gli anni della pensione, la settantenne Helle si ritrova inaspettatamente sola, costretta a mettere in discussione le proprie certezze e aspettative. Garbata commedia danese che esplora giocosamente il desiderio, la sessualità e le relazioni nella terza età. La morale è tanto semplice, quanto significativa: se quello che si cerca è un “lieto fine”, basta essere disposti a lasciarsi sorprendere dalla vita.

Costo: Biglietto intero 6,50 €, ridotto 5,50 €, soci/ie Immaginare Orlando e Lab 80 4,50 €.

Modalità di acquisto: Consigliato l’acquisto di biglietto online su lab80.18tickets.it

Il biglietto include la partecipazione all’incontro OverTour e la partecipazione alla proiezione del film Happy Ending.

Il primo atto di Orlando propone iniziative fino a lunedì 10 agosto. Programma completo su www.orlandofestival.it

 

(teaser trailer di Andrea Zanoli, fotografie di Fabio Sau e Matteo Maffesanti)

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