Chissà, magari qualche briciola della nuziale torta “Recovery Fund” potrà essere destinata anche alla sistemazione della rete stradale esistente, a riempire buche, a ripianare dislivelli, insomma a rendere più sicura la circolazione di tutti gli utenti. E chissà che qualcosina arrivi anche per gli oltre mille chilometri delle strade che solcano il territorio della provincia di Bergamo. Con un sussulto di speranza, ma possibilmente prima dell’anno prossimo – quando dovrebbero esserci elargiti i fondi della conclamata Nuova Europa – s’è acceso un lumicino di fiducia.
Le casse pubbliche sono malmesse, anzi quasi vuote e così si procede alla “bell’e buona” con interventi tampone su percorsi-Emmenthal, con pericoli moltiplicati per chiunque vi si avventuri. Un caso piccolo, ma significativo, di come vanno le cose lo si è visto, e lo si può costatare sulla Strada Provinciale 17, nel tratto che da Berbenno sale verso il Cat, località sul crinale che divide Berbenno da Valbrembilla. Salendo verso il Cat ci si imbatte in due punti critici, uno molto pericoloso, segnalato con un cartello. Po, proseguendo dal Cat verso Blello, ci si imbatte in un tratto di una quindicina di metri che era ceduto per metà carreggiata. Finalmente si è proceduto a una riasfaltatura con ripianamento del tratto che cedeva a valle, verso Valbrembilla. Evidente anche per un profano che per dare stabilità e solidità a quel tratto occorreva un intervento di sistemazione più strutturale: quindi bisognava assestare il fondo stradale, ripianando adeguatamente e poi stendendo il manto di bitume.
Nelle scorse settimane, su questa strada che porta a Blello sono stati riasfaltati alcuni tratti, a cominciare da questo con dislivello da guida rally. Un tampone superficiale: si è stata una nuova coltre di bitume ed ecco che già oggi il problema si ripropone con crepe che segnano vistosamente la carreggiata per una quindicina di metri. È come prendere un cachet per il mal di denti quando si impone l’implantologia. Continuando, sempre su questa strada, con analogo criterio si è proceduto colmando – ma solo parzialmente, molto parzialmente – alcune buche fino all’altezza della “fontanella della strega”, stendendo un corposo manto di bitume, al punto che ora occorre fare molta attenzione a non sbordare con il veicolo con grave rischio per l’automezzo, per chi lo occupa e per la ripartenza. Infatti, la coltre di bitume in alcuni punti è così elevata che non si può più posteggiare lungo i margini della strada, come si faceva in precedenza. Il problema è che ora chi prima arriva posteggia la sua auto nel punto dove sfocia la strada agrosilvopastorale che da Corna porta a Blello e Berbenno (ci stanno un paio d’auto), gli altri cercano soluzioni come e dove le trovano, con qualche pericolo per la circolazione.
Va detto che questa strada dal Cat a Blello e poi verso Gerosa e la Val Taleggio è molto frequentata da chi cerca camminate nel verde all’ombra e in tranquillità, ma è soprattutto una arteria come ciclovia che collega la Valle Imagna alla Val Taleggio e alla Valle Brembana. In più c’è un sostenuto traffico automobilistico, con parecchi turisti nella bella stagione. L’ultimo tratto della SP17 che porta in località Ghisalerio, dove c’è anche il Palazzo Comunale, si presenta a sua volta parecchio accidentato, costellato di buche d’ogni ordine di grandezza.
“De minimis non curat praetor” dice la massima latina; sono piccole storie forse rispetto ai grandi problemi, però una più attenta cura negli interventi pubblici (con i soldi dei contribuenti) consentirebbe un doppio risultato: risparmio e maggiore sicurezza per tutti.
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