È il 23 luglio quando una nota del Consiglio di amministrazione di Ubi Banca ripete il proprio “no” all’offerta di Intesa Sanpaolo. Le adesioni sono a quota 26,4%. Intesa ha migliorato la propria offerta rilanciando una aggiunta in contanti pari a 0,57 euro per azioni, del controvalore complessivo di 652 milioni di euro.
Nulla. Il Cda immobile dice no. Se non fosse che oggi a giochi fatti, ovvero Intesa ha di fatto vinto la sua partita assorbendo Ubi Banca, si scopre dai documenti pubblicati dallo stesso istituto di piazza Vittorio Veneto che le persone e le società legate a tre consiglieri di amministrazione (Paolo Bordogna, Letizia Bellini Cavalletti e Silvia Fidanza) hanno aderito all’Opas di Intesa.
Una questione di trasparenza, per Paolo Bordogna la comunicazione interessa l’adesione delle azioni possedute dalla moglie, per Letizia Bellini Cavalletti e Silvia Fidanza si tratta delle società a loro legate. Per Bellini Cavaletti le società: Plotino Srl, Innocenzo Srl e Silbe, mentre per Silvia Fidanza il colosso Olymbos Srl e il marito Renato Lo Presti.
Una decisione non proprio in coerenza con la posizione presa esattamente sei giorni fa e che ha influito sui piccoli azionisti di Ubi Banca.
Non che i tre consiglieri di amministrazione siano i soli. Basta rileggere le considerazioni di Domenico Bosatelli, patron della Gewiss, (leggi qui) o il notaio Armando Santus a capo del Car (Comitato azionisti di riferimento) quando rispondendo ai giornalisti diceva: “L’intesa l’abbiamo già all’interno del Car”.
Come si dice: “È il mercato, bellezza”.
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