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Lettere

La lettera

“Bergamo, dipendenti pubblici ancora in smartworking, con grossi disservizi”

"Forse - scrive una lettrice - l’etica bergamasca del lavoro deve battere un colpo"

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di una lettrice, che mette in evidenza la situazione di alcuni uffici pubblici che non  hanno ancora ripreso a lavorare a pieno ritmo dopo il lockdown: “Ci sono lavori che possono essere sempre fatti da casa, altri che sono necessariamente aperti al pubblico. E lo smartworking va controllato affinché non diventi una bella vacanza”.

Ecco la lettera.

Gentile redazione,

In questi giorni mi domando se sia questo un modo corretto ed onesto per ripartire.

Faccio riferimento ai dipendenti pubblici e alla nostra impossibilità ad un contatto.

Non è ammissibile che l’Agenzia delle Entrate sia irraggiungibile in persona e che nessun numero verde dia risposta. Registrazioni di contratti in ritardo di mesi.

Il Comune di Bergamo ha il personale in lavoro da casa, nessuno negli uffici, un foglietto con istruzioni, un usciere volonteroso…

A questo si aggiunga il disservizio delle poste, filiali che aprono a giorni alterni, una sola persona allo sportello, code di oltre dieci persone, un’ora per ritirare una raccomandata all’apertura, eppure questa è una SpA!

Ci sono lavori che possono essere sempre fatti da casa, altri che sono necessariamente aperti al pubblico, ma soprattutto il lavoro da casa va controllato affinché non diventi una bella vacanza collegati con iPad.

Forse l’etica bergamasca del lavoro deve battere un colpo… e segnalare…

Cordialmente
MR

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