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Il webinar

Intesa Sanpaolo e Confindustria: il rilancio delle imprese e del territorio

La quinta tappa che riunisce gli industriali di Bergamo per il rilancio. Programma Sviluppo Filiere per supportare l’economia attraverso i grandi "champion" di sistema. A Bergamo già coinvolti 25 capi-filiere, con 1.200 fornitori collegati e un giro di affari di 2,5 miliardi di euro

“Il rilancio delle imprese del territorio. Strumenti, opportunità e prospettive per il post Covid. Costruiamo insieme un grande futuro” è il tema affrontato in videoconferenza venerdì 23 luglio per la quinta tappa del roadshow organizzato da Intesa Sanpaolo e da Confindustria Bergamo per sensibilizzare e informare le imprese del territorio sugli strumenti e sulle opportunità attualmente disponibili a supporto della crescita competitiva delle imprese lombarde nella fase post lockdown.

I lavori della tappa odierna – che toccherà nel mese di luglio altre province lombarde – hanno visto la presenza di Aniello Aliberti, Vice Presidente Confindustria Bergamo, Stefano Barrese, Responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo.

Da un’analisi condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo emerge che la ripresa dell’economia internazionale dipenderà dallo scenario pandemico che si andrà a delineare nei prossimi mesi e che andrà ad impattare in maniera significativa sia sul PIL che sul tasso di disoccupazione. Per il PIL italiano la previsione è di un calo del 9,5% per il 2020 con un recupero del 6,5% nel 2021 che tiene conto degli effetti dei provvedimenti del governo.

La Lombardia con la sua alta vocazione manifatturiera è una delle regioni maggiormente penalizzate e la ripresa dell’economia in particolare per la provincia di Bergamo è condizionata oltre che dal fattore turismo anche dalla specializzazione nella metalmeccanica, mentre i settori agro-alimentare, farmaceutico, elettronica e ICT potranno dare un impulso al recupero.

Ora è necessario confrontarsi con uno scenario complesso e altamente incerto, che tuttavia in prospettiva offre opportunità: dalla transizione in chiave green (nell’industria, nella mobilità e nell’abitare), alla digitalizzazione (smart-working, didattica a distanza), dalla maggiore
attenzione ai temi legati alla salute e all’ambiente domestico, alla regionalizzazione delle catene del valore.

Intesa Sanpaolo, dall’inizio dell’emergenza, ha immediatamente messo in atto una serie di misure concrete per dare supporto alle imprese: dopo aver elevato a 50 miliardi di euro l’ammontare di risorse in termini di credito messe a disposizione del Paese, sospeso le rate dei
finanziamenti e aderito all’anticipo della Cassa integrazione in deroga, è operativa su tutte le possibili soluzioni previste dal Decreto Liquidità, fornendo così il supporto necessario alle imprese di piccole, medie e grandi dimensioni.

Le iniziative della Banca e le misure dei Decreti hanno generato un significativo supporto anche alle imprese di Bergamo: sono circa 2.200 le pratiche fino a 30 mila euro fra erogate e in erogazione, mentre le pratiche di finanziamenti oltre 30 mila euro, fra erogate e in erogazione sono 700 per un importo complessivo di 530 milioni di euro. Le richieste di moratoria processate sono circa 7.700 per 1,1 mld di euro di finanziamenti residui complessivi tra privati e imprese.

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La decennale collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria continua con la consapevolezza che la ripresa deve necessariamente passare da un sistema economico e produttivo che sia più digitale e che abbia gli incentivi giusti per crescere dimensionalmente e che voglia rafforzarsi sotto il profilo patrimoniale.

Intesa Sanpaolo ha recentemente potenziato il proprio Programma Sviluppo Filiere con l’obiettivo di supportare l’economia attraverso i grandi «champion» e valorizzare le intere filiere produttive con un nuovo plafond di 10 miliardi di euro. In un mercato composto da tante
aziende di piccole dimensioni e in un contesto di difficoltà come quello attuale, il rapporto di filiera strategico tra leader della filiera e propri fornitori può diventare infatti uno straordinario moltiplicatore e facilitatore per l’accesso al credito da parte delle imprese minori, facendo leva sulla forza e solidità dei “champions del Made in Italy” che possono far beneficiare i loro fornitori del proprio profilo di credito.

Dall’avvio del Programma a fine 2015 Intesa Sanpaolo ha coinvolto circa 700 capi-filiera, con i loro 16.000 fornitori collegati e un giro di affari di circa 70 miliardi di euro. A Bergamo e provincia sono circa 25 i capi-filiere coinvolti, con 1.200 fornitori collegati e un giro di affari di 2,5 miliardi di euro.

Per potersi attrezzare e prevedere delle misure adeguate per la ripresa Intesa Sanpaolo affianca le imprese con operazioni di finanza strutturata e basket bond e con progetti sistemici per pensare a nuovi investimenti in circular economy, alla transizione verso il green deal e al potenziamento di industria 4.0.

“Bergamo è stata duramente colpita dalla pandemia e la sfida della ripresa economica post-Covid imporrà investimenti soprattutto a sostegno delle imprese bergamasche che solo un grande banca come Intesa Sanpaolo è in grado di sostenere – ha dichiarato Stefano Barrese, Responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. Potenzialità ancor più rilevanti deriveranno poi dall’unione con Ubi Banca, infatti, in caso di esito positivo dell’offerta in corso, comporterà l’erogazione di aggiuntivi 10 miliardi l’anno di nuovo credito alle imprese nel triennio 2021-2023, senza alcuna riduzione per i clienti comuni. In totale, 30 miliardi aggiuntivi destinati a imprese e famiglie che operano e vivono nei territori serviti da Ubi”. 

“L’emergenza economica è cominciata ben prima di quella sanitaria – ha rimarcato Aniello Aliberti, Vice Presidente Confindustria Bergamo -. Sono ormai sei mesi che le imprese fronteggiano una crisi che non ha precedenti per l’intensità con cui colpisce le economie. L’incertezza a livello globale è ai massimi storici, ed è dunque forte l’esigenza di strumenti di supporto che aiutino gli imprenditori a superare i problemi di calo di fatturato e di abbassamento degli ordinativi in portafoglio. È giusto cercare opportunità di rilancio per il mondo delle imprese e per l’intero territorio, sia attraverso le manovre di politica economica messe in atto dai Governi e dalle Istituzioni, sia attraverso le iniziative concrete di chi per ruolo deve facilitare la vita delle imprese: le Associazioni, ma anche gli istituti di credito”.

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