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Terzo appuntamento

Vittime del Covid, a settembre un altro D-day con 100 denunce dei parenti fotogallery video

Consuelo Locati, avvocato del comitato Noi denunceremo: "Anche il Comune di Alzano è sotto la lente della procura"

A settembre torneranno in procura i familiari delle vittime del Covid che chiedono giustizia per i loro cari. I responsabili del comitato Noi Denunceremo – Verità e giustizia per le vittime di Covid-19 stanno organizzando un altro Denuncia day con un centinaio di esposti da consegnare ai magistrati bergamaschi che stanno indagando sulla gestione della pandemia.

Sarà il terzo appuntamento indetto dal gruppo nato su Facebook durante le settimane più calde dell’emergenza e che conta oltre 60mila membri. Dopo le prime quaranta denunce depositate in piazza Dante mercoledì 10 giugno, il 13 luglio ne sono state presentate altrettante.

La data precisa del terzo D-day non è ancora stata fissata. Le nuove querele, da parte di bergamaschi e non solo, riguarderanno sempre la mancata chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo dopo i primi contagi di domenica 23 febbraio e la zona rossa mai arrivata in Val Seriana. E ancora la scarsa informazione dei pazienti e dei loro parenti sui rischi legati all’infezione, l’assenza di dispositivi di protezione nelle strutture sanitarie e la mancanza di una Medicina del territorio efficace e tempestiva per la gestione dei pazienti Covid a domicilio.

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A settembre saranno presenti anche quelli che, per impegni personali, non hanno potuto esserci a luglio. Come per la prima e la seconda giornata, è previsto un corteo di persone che dalle prime ore della mattina varcheranno il portone del Palazzo di giustizia per presentare il proprio esposto.

L’ipotesi di reato in relazione alle denunce arrivate è omicidio colposo. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e condotta da un pool di tre magistrati oltre a lei, richiederà lunghi accertamenti e valutazioni caso per caso perché, anche se le storie sembrano seguire tutte un unico filo conduttore, ciascuna ha le sue particolarità.

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“Venerdì scorso sono stata in procura per avere aggiornamenti sull’inchiesta in corso – spiega l’avvocato Consuelo Locati, uno dei responsabili di Noi denunceremo – , ma gli inquirenti sono molto restii a parlare. Avevo chiesto di poter avere alcuni documenti sul Comune di Alzano, ma il permesso mi è stato negato perchè sono già stati acquisiti e quindi sono sotto segreto istruttorio. Questo è almeno un buon segno, significa che i magistrati si stanno muovendo su ogni fronte”.

“In ogni caso -prosegue – credo che prima che il consulente Crisanti presenti la propria perizia, difficilmente ci saranno avvisi di garanzia. Ma rimaniamo fiduciosi sul buon esito dell’inchiesta”.

Nel frattempo, dopo la lettera aperta inoltrata alla presidentessa della Commissione Europea e al presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo dal comitato Noi Denunceremo, il The Guardian ha pubblicato documenti che mettono in imbarazzo le autorità italiane sulla gestione dell’epidemia.

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Il prestigioso giornale britannico ha scritto infatti che “il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie infettive che fa capo alla Commissione aveva lanciato il primo allarme il 17 gennaio ma solo 12 dei 27 membri hanno partecipato al briefing sulla situazione. Regno Unito e Francia hanno condiviso informazioni sulle misure preventive che avrebbero adottato nei rispettivi aeroporti. Ma non vi fu nessun update dal Governo italiano, uno dei molti assenti. Il rappresentate italiano non avrebbe notato la mail che lo invitava all’incontro”.

“L’articolo – spiega Locati, che l’ha depositato in procura – sembra confermare i dubbi che abbiamo espresso in merito alla gestione dell’epidemia. Le informazioni contenute danno l’idea che ci troviamo di fronte a una strage annunciata. Nessuno sembra potersi aggrappare all’alibi dell’essere stati colti di sorpresa o del non essere stati informati. Gli elementi sembrano confermare alcuni contenuti della nostra lettera”.

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