Cos’è diventata l’Atalanta? Se lo stanno chiedendo in tanti negli ultimi tempi. All’inizio il giocattolo di Gian Piero Gasperini era considerato una bella sorpresa, poi un mezzo miracolo, poi ancora un miracolo vero e proprio. Ma ora, ora va detto chiaro e tondo che questa squadra è una bella realtà.
Domenica 19 luglio, poco prima della mezzanotte, Gomez e compagni hanno scritto un nuovo pezzo di storia. Anche senza scendere in campo: col pareggio della Roma contro l’Inter, l’Atalanta ha avuto la matematica certezza di chiudere anche questo campionato al quarto posto.
D’accordo, per essere certi di partecipare alla prossima Champions League (la seconda consecutiva, ma anche della propria storia) i nerazzurri dovranno finire al secondo o al terzo posto, scongiurando così la possibilità di “retrocedere” clamorosamente in Europa League nel caso (molto, ma molto difficile) in cui il Napoli dovesse vincere la coppa delle grandi orecchie a Lisbona e, contemporaneamente, la Roma dovesse vincere l’ex Coppa Uefa. In quella circostanza, essendo cinque gli slot a disposizione dell’Italia per la Champions League 2020-’21, la quarta classificata finirebbe in Europa League per lasciar spazio alle due squadre capaci di trionfare nelle rispettive competizioni continentali.
Fantacalcio, più o meno. Ma eventualità di cui tener conto.
L’Atalanta, comunque, ha tutte le carte in regola per chiudere il campionato sul podio, e nelle quattro partite che dividono dalla chiusura della Serie A gli uomini di Gasperini andranno alla caccia di due nuovi record: migliorare la terza posizione di un anno fa (miglior risultato di sempre), e superare i 72 punti conquistati nella stagione 2016-17: la prima del Gasp, quella del ritorno in Europa.
Riavvolgendo il nastro viene quasi da sorridere pensando all’inizio shock del tecnico piemontese sulla panchina orobica: quattro ko nella prime cinque giornate e Atalanta ferma al penultimo posto con appena tre punti. Cosa è successo dopo lo sappiamo bene tutti, con i nerazzurri capaci di rialzarsi anche grazie alle clamorose intuizioni del Gasp che ha deciso di accantonare diversi senatori dello spogliatoio (Sportiello, Carmona, Stendardo, ma anche il nuovo arrivato Paloschi) per lanciare tanti giovani dalle belle speranze di cui, fino ad allora, si era solo sentito parlare: Caldara, Conti, Gagliardini, Petagna soprattutto.
Quell’anno l’Atalanta ha stupito tutti da ottobre in avanti, chiudendo il campionato col già citato record di 72 punti che è valso il quarto posto e il ritorno in Europa dopo ventisette anni d’astinenza. Peccato solo che in quei tempi l’Italia partecipava alla Champions con tre sole squadre.
La stagione successiva è ancora molto positiva, col sesto posto che vale il ritorno immediato in Europa League.
Nell’agosto del 2018 la delusione del playoff per l’accesso all’Europa (perso ai calci di rigore contro il Copenaghen) dà a Gomez e compagni la spinta per un traguardo che, anche solo all’inizio del campionato, sembrava impensabile: la conquista della Champions League, che diventa realtà il 28 maggio dopo il 3-1 rifilato al Sassuolo a Reggio Emilia, che arriva due settimane dopo il ko in finale di Coppa Italia con la Lazio.
Nel campionato attuale, quando migliorarsi sembrava impossibile, ecco altre sensazionali sorprese targate Gasp: l’Atalanta è una macchina da gol e la certezza di entrare nei primi quattro posti arriva con addirittura quattro giornate d’anticipo. La ciliegina sulla torta di una stagione incredibile (non solo per le disavventure portate dalla pandemia…) è il quarto di finale di Champions League conquistato dopo un girone iniziato malissimo e chiuso in modo trionfale, e con la doppia vittoria (con otto gol segnati) contro gli spagnoli del Valencia.
Ora basta parlare di sorprese e di miracoli, parliamo piuttosto di nuovi traguardi da raggiungere, in Italia e in Europa.
Questa è l’Atalanta da sogno del Gasp.
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