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Bergamo segreta

Il Teatro Nuovo, uno spaccato di Novecento fra cantanti e prestigiatori

Nuova puntata della rubrica domenicale di BGY che fa tappa in centro città

“Nell’aula di questo teatro, il 5 novembre 1914 Cesare Battisti, deputato di Trento, protestò il vilipendio degli oppressi fratelli confermando le fedi incitando gli animi”.

Recita così la lapide posta all’esterno del Teatro Nuovo di Bergamo ricordando l’intervento del patriota trentino durante la Prima Guerra Mondiale.

Lo stabile, posto all’angolo tra Largo Belotti e via Verdi, rappresentò per oltre un secolo uno dei principali centri dell’arte drammatica cittadina, dalle rappresentazioni operistiche a quelle del cabaret.

Inaugurato il 23 marzo 1901 con la prima recita della “Sonnanbula” di Vincenzo Bellini, la struttura visse un inizio tormentato a causa di alcuni problemi legati all’azienda appaltatrice.

Il progetto, realizzato dagli architetti Gattermayer e Albini, venne affidato ai due capomastri milanesi Innocente Carnazzi e Giovanni Givoli che, a partire dal giugno 1897, avrebbero dovuto portare concludere i lavori entro sei mesi e anticipare una somma pari a 86.000 lire.

Nonostante le promesse iniziali, gli interventi andarono incontro a una brusca interruzione, dando così vita a una serie di contenziosi legali che portarono alla condanna dei due manovali milanesi e l’assegnazione dell’opera a Carlo Ceresa.

In grado di accogliere sino a 1800 spettatori, la struttura non presentava il tradizionale giro di palchetti, ma una triplice fila di gallerie sorrette da un doppio ordine di colonne in acciaio e ghisa

Passato a partire dal 1904 sotto la direzione di Pilade Frattini, l’edificio ospitò artisti del calibro di Gea della Galisenda, autrice di successi come l’inno patriottico “A Tripoli”; il baritono emiliano Riccardo Stracciari, ma anche come il giocoliere Ernesto Rastelli, il trasformista Leopoldo Fregoli senza dimenticare le attrazioni del circo.

Diverse le tipologie inserite in cartellone, dall’incontro fra il campione del mondo di lotta greco-romana Giovanni Raicevich e il rappresentante della Martinica Anglio all’organizzazione di una vera e propria corrida, passando per le più tradizionali rassegne teatrali, fra i quali è impossibile scordare il successo di “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello.

L’attenzione rivolta verso la cultura da parte dell’impresario orobico consentì di portare in città Gabriele D’Annunzio, l’allora direttore de “L’Avanti” Benito Mussolini, e i futuristi Filippo Tomaso Marinetti, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giovanni Acquaviva, Luigi Russolo e Giacomo Balla che crearono numerose polemiche con il loro spettacolo “Intonarumori”.

Ampliato nel 1929 da Cesare Galimberti e Camillo Galizzi, nel 1966 il fabbricato venne trasformato in un cinematografo dall’architetto Alziero Bergonzo, decretando la fine dei fasti vissuti all’inizio del XX secolo.

La storia del Teatro Nuovo si concluse definitivamente nel 2005 quando quest’ultimo chiuse per l’ultima volta i battenti e ancora oggi è alla ricerca di una nuova rinascita.

Fonti

Luigi Pelandi; Attraverso le vie di Bergamo scomparsa; Bergamo; Bolis; 1963

Umberto Zanetti; Bergamo d’una volta; Bergamo; Il Conventino; 1983

Pilade Frattini, Renato Ravanelli; Il Novecento a Bergamo: cronache di un secolo; Novara; UTET; 2013

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