Nove italiani su dieci ricoverati e deceduti tra febbraio e maggio sono morti a causa del Coronavirus. Il dato, calcolato considerando gli esiti dei tamponi dei degenti, è contenuto in un rapporto Istat-Iss sull’impatto del Sars-CoV-2 sulla mortalità nel nostro Paese.
L’analisi, effettuata esaminando circa 5 mila schede, ha definito la distinzione tra i decessi “per” e “con” Coronavirus. Il documento spiega che “non ci sono concause di morte preesistenti nel 28,2% dei decessi analizzati, percentuale simile nei due sessi e nelle diverse classi di età”. Risulta altissima, invece, la mortalità dei positivi con almeno una concausa: 71,8% dei decessi, di cui il 31,3% ne ha una, il 26,8% due, il 13,7% tre o più concause.
Emerge, quindi, che nell’89% dei decessi di persone positive al test l’infezione da Covid-19 è stata causa diretta di morte anche se concomitante con altre patologie. Il restante 11%, invece, ha perso la vita per altre malattie pregresse come tumori o diabete, che avrebbero potuto essere fatali anche se non fosse subentrato il Covid e non ne fossero stati contagiati.
Il virus, comunque, ha potuto accelerare “processi morbosi già in atto, aggravando l’esito di malattie preesistenti o limitando la possibilità di cure”.
Soffermandosi sui deceduti per i quali il Covid non è la principale causa di morte, si rilevano significative differenze per età: nei pazienti fra i 50 e i 59 anni, oltre ai tumori (5,7%) compaiono il diabete (2,2%) e malattie del sistema circolatorio (3,1%), mentre in quelli con età superiore il cancro resta al primo posto seguito da cardiopatia ischemica e malattie cerebrovascolari.
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