I seimila decessi provocati dal Covid a Bergamo e provincia, e i drammi familiari che li circondano, fanno notizia in tutto il mondo. Tanto che lunedì mattina, per il secondo appuntamento del comitato Noi denunceremo, fuori dalla procura di piazza Dante c’erano anche giornalisti del The New York Times e di NHK, la principale tv giapponese.
Emma Bubola è l’assistente editoriale del prestigioso giornale americano, per il quale segue la zona del Nord Italia. Le era già capitato di scrivere della situazione bergamasca legata al coronavirus, ma non era mai stata qui.
Quando raccoglie le testimonianze dei parenti delle vittime, che poi riporterà nel suo articolo, fatica a trattenere lo sgomento per quello che sente in prima persona. Storie drammaticamente simili a tante altre ormai per i bergamaschi. Un po’ meno per chi arriva da fuori. E così Bergamo ora, suo malgrado, è conosciuta pure a New York e in tutto il mondo.

Anche NHK, la tv pubblica giapponese (una sorta di Rai nipponica), ha mandato a Bergamo una sua troupe per seguire la presentazione degli esposti e raccontare cosa è successo qui. Susumu Kojima con il suo operatore Ashida Masato, nei giorni scorsi è stato anche ad Alzano Lombardo e Nembro, i paesi più colpiti dalla pandemia.
Sono curiosi di sapere ogni particolare, pongono qualsiasi tipo di domanda agli intervistati. Nemmeno in Giappone il Covid è stato vissuto come qui da noi: “Non è facile far capire nel nostro Paese cosa è successo qui – spiegano – forse solo voi che l’avete provato in prima persona potete farlo”.
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