Non più solo da Bergamo e provincia. Il raggio degli esposti in procura del Comitato Noi denunceremo si allarga e coinvolge tutta Italia. Lunedì 13 luglio in piazza Dante nuovo appuntamento del gruppo di parenti delle vittime Covid che chiedono giustizia per i loro cari scomparsi nelle settimane più calde della pandemia.
Quaranta le segnalazioni consegnate ai magistrati bergamaschi che indagano su possibili negligenze delle autorità politiche e dirigenziali durante la pandemia che in Bergamasca ha colpito duro, con quasi seimila vittime: “In totale, con quelle del primo appuntamento, ora sono un centinaio – spiega l’avvocato Consuelo Locati, uno dei coordinatori del gruppo nato su Facebook – . Inoltre ne abbiamo altre duecento in fase di valutazione”.
Questa volta non ci sono solo bergamaschi, ma gente che arriva da diverse zone italiane. Come il signor Carlo Riganelli da Roma che denuncia: “la morte di entrambe i genitori – racconta l’uomo con la voce rotta dal dolore – . Prima papà, anziano, è stato ricoverato il 2 aprile ed è deceduto. In casa lo ha sempre accudito mamma, che così ha contratto il virus e poi è spirata anche lei. Chiedo ai magistrati di capire in particolare perchè lei sia stata abbandonata. Non si può abbandonare una persona così. Voglio la verità”.
Nel frattempo, nelle scorse ore, il Comitato Noi Denunceremo – verità e giustizia per le vittime di Covid-19 ha inviato una lettera indirizzata al presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen e al presidente della Corte Europea dei diritti dell’uomo, Ròbert Ragnar Spanò, nella quale chiede di vigilare sulle indagini attualmente in corso in Lombardia in quanto potrebbero esserci gli estremi che prefigurano “il reato di crimini contro l’umanità – spiegano gli esponenti del comitato – contravvenendo agli artt. 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea oltre che all’art. 32 della Costituzione Italiana”.
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