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I giovani dem

“Sostegno del governo per gli studenti fuori sede, ma silenzio da Regione Lombardia”

Spiegano i Giovani Democratici: "La Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento al DL Rilancio che istituisce un fondo da 20 milioni per il sostegno agli affitti degli studenti. Ciò nonostante il Pirellone non si è esposto in merito alla questione".

Da giorni la Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento al DL Rilancio che istituisce un fondo da 20 milioni di euro per il sostegno agli affitti degli studenti e delle studentesse con ISEE inferiore a 15.000 euro. Ciò nonostante Regione Lombardia non si è esposta in merito alla questione.

“Lo stanziamento del Governo è una misura necessaria, che arriva anche grazie al lavoro svolto dal comparto Scuola e Università della Giovanile Lombarda che ha portato il tema all’attenzione dei vertici del PD”, dichiara Pierfrancesco Pittalis, responsabile saperi dei Giovani Democratici di Bergamo. Ma non basta la tempestiva risposta da Roma, “Ora occorre un intervento di Regione Lombardia, presumibilmente più corposo, in quanto istituzione responsabile del Diritto allo Studio”, aggiunge Gabriele Giudici, Segretario Provinciale dei Giovani Democratici di Bergamo.

A nulla sono valse le sollecitazioni che i Giovani Democratici hanno rivolto fino ad oggi a Regione Lombardia; nonostante le mozioni che il consigliere comunale Alessandro De Bernardis e di quello provinciale Marco Redolfi hanno presentato nelle rispettive istituzioni e nonostante un’interrogazione del consigliere regionale Jacopo Scandella, Regione Lombardia non ha chiarito se e come intende intervenire.

“Un silenzio inaccettabile quello della Regione – attacca il consigliere regionale Jacopo Scandella – dal momento che nella sola Bergamasca contiamo circa 1400 studenti fuori sede che in questi mesi di lockdown hanno pagato l’affitto di casa pur non frequentando l’ateneo. Si tratta di tutelare il diritto allo studio e scongiurare il rischio che, a fronte di una situazione di crisi generalizzata, le famiglie con i redditi più bassi si vedano costrette a cambiare corso di laurea ai figli, non potendoli mantenere fuori sede. Una discriminazione sociale che non vogliamo e non possiamo accettare”.

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