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La richiesta

“La Prefettura sospenda i contratti con le coop finite nell’inchiesta dell’accoglienza”

I leghisti Daniele Belotti e Alex Galizzi, rispettivamente deputato e consigliere regionale, scrivono al Prefetto di Bergamo: "In via cautelativa"

“Non è possibile che siano ancora in essere le convenzioni con i soggetti indagati per l’ospitalità di centinaia di richiedenti asilo in varie strutture sparse per la bergamasca”. I leghisti Daniele Belotti e Alex Galizzi, rispettivamente deputato e consigliere regionale, scrivono al Prefetto di Bergamo, per chiedere che “in via cautelativa, vista l’indagine in corso, vengano sospesi i contratti in essere con la Coop Rinnovamento, la Coop Ruah e l’Associzione Diakonia con la conseguente chiusura dei Csa da loro gestiti e il trasferimento in altre strutture fuori dalla provincia di Bergamo dei richiedenti asilo ospitati”.

“A seguito della notizia dell’inchiesta – continua la lettera inviata dai due esponenti del Carroccio – il sindaco di Fontanella ha richiesto la revoca del contratto con la coop Rinnovamento per la struttura aperta nel proprio comune, mentre alcuni consiglieri comunali di Sedrina, dove lo stesso sindaco sulla stampa ha lamentato l’assenza di collaborazione da parte delle istituzioni superiori, hanno richiesto la chiusura del Cas di Casa San Giuseppe che ospita una novantina di migranti”.

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L’inchiesta citata da Belotti e Galizzi è caratterizzata da tre filoni. Il primo è concentrato sulla Rinnovamento e su padre Antonio Zanotti, 73 anni, da martedì 16 giugno ai domiciliari come la presidente della coop Anna Maria Preceruti, 58 anni, di Antegnate, e l’economo Giovanni Trezzi, 39 anni, di Crema. Il pm Fabrizio Gaverini, che ha ereditato il fascicolo dal collega Davide Palmieri, aveva chiesto il carcere. I carabinieri del nucleo investigativo di via delle Valli sono convinti che abbiano usato i centri di accoglienza come una macchina per fare soldi.

Zanotti, Precerutti e Trezzi sono accusati poi di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, di sfruttamento del lavoro, di inadempimento di contratti di pubbliche forniture e di turbativa d’asta.

La stessa ipotesi di reato, quest’ultima, avanzata per la Caritas e per la cooperativa Ruah. Qui però non ci sono stati arresti ma solo avvisi di garanzia. Grazie anche all’associazione Diakonia onlus, secondo chi indaga, i coinvolti avrebbero intascato un totale di 50mila euro grazie ai 35 euro al giorno percepiti per ogni immigrato, modificando le date di soggiorno da comunicare alla Prefettura e falsificando le firme dei registri.

C’è poi lo sfruttamento del lavoro, con sei immigrati impiegati nei centri di accoglienza della Ruah ma sottopagati. La presunta turbativa d’asta è legata all’assegnazione dei posti del servizio Sprar al Comune di Bergamo, con il coinvolgimento anche di funzionari comunali.

Il terzo filone, infine,  tocca tre vice prefetti, oltre che di Bergamo anche di Cremona, indagati per abuso d’ufficio, anche se ritenuti con ruoli marginali.

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