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La ricerca

Covid, ceppi diversi tra Bergamo e Lodi: in Val Seriana il più veloce e aggressivo

Emerge da uno studio congiunta tra Niguarda di Milano e San Matteo di Pavia: quello "bergamasco" avrebbe avuto una capacità di diffusione maggiore, con ogni contagiato in grado di infettare altre 3,5 persone.

Due ceppi differenti di Coronavirus, il più veloce e aggressivo in provincia di Bergamo e l’altro tra Lodi, Codogno e Cremona: è la scoperta fatta dai ricercatori del Niguarda di Milano e del San Matteo di Pavia, in uno studio scientifico congiunto focalizzato sulla comparsa del virus in Lombardia.

Come è arrivato qui? Non direttamente dalla Cina, sostiene la ricerca, ma con una tappa europea intermedia. Analizzando le sequenze del genoma di 350 pazienti si è scoperto che tutti sono riconducibili al progenitore cinese, ma con una distanza genetica chiara: nel mezzo, presumibilmente, un passaggio in Germania, il più grande scalo commerciale d’Europa. 

Sarebbe in terra tedesca, dunque, che il virus avrebbe “figliato”, arrivando poi in Italia sotto due differenti forme: il ceppo più veloce e cattivo in provincia di Bergamo, e in particolare nella Bassa Val Seriana, l’altro tra Lodi e Codogno.

Le differenze tra i due? Con quello “bergamasco” ogni contagiato aveva la possibilità di infettare altre 3,5 persone, con l’altro 2. Un dato ancora in corso di validazione, ma che per ora sembrerebbe supportato dall’esplosione della pandemia nella nostra provincia e che potrebbe tornare utile anche per l’indagine in capo alla Procura di Bergamo.

Lo studio, poi, ipotizza che il virus circolasse in Lombardia già dalla seconda metà di gennaio e che sono sia arrivato per via aerea in Lombardia.

La scienza non può dare una risposta certa sul perchè la pandemia si sia insinuata proprio in questo territorio, ma formula delle ipotesi. La più accreditata è quella che vuole il settore logistico giocare un ruolo decisivo.

Bergamo e Lodi, infatti, hanno caratteristiche simile sul lato del trasporto su gomma: in Bergamasca sono circa 50 le grandi imprese manifatturiere con vivaci e frequenti scambi commerciali con Cina e Germania, duemila le imprese di logistica, 348 quelle di magazzinaggio.

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