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Sabato 4 luglio

Gli infermieri in piazza Duomo: “Basta annunci, abbiamo perso la pazienza”

"In Italia stipendi inferiori rispetto ad altri paesi europei e difficoltà a ottenere nel contratto nazionale riconoscimenti adeguati alle specializzazioni"

Il sindacato autonomo Nursing Up chiama tutti gli infermieri d’Italia a partecipare sabato 4 luglio, alla manifestazione generale che si terrà a Milano, in piazza Duomo, a partire dalle 10,30.

“Annunci e promesse hanno fatto il loro tempo: è tempo di concretezza – afferma Angelo Macchia, responsabile di Nursing Up Regione Lombardia -. La pazienza degli infermieri italiani è finita, vogliamo che venga riconosciuta la nostra professionalità, per la dignità della categoria e per il bene della sanità italiana”.

Sabato su piazza Duomo convergeranno delegazioni di infermieri e professionisti della sanità provenienti da tutte le regioni italiane, oltre che dalle province lombarde, dove il Covid ha colpito durissimo e il contribuito di infermieri e personale sanitario è stato fondamentale per consentire alla sanità pubblica di resistere alla pandemia, nonostante le note carenze di strutture territoriali e di personale.

“I tagli degli ultimi decenni hanno fatto disastri, in Italia la media di infermieri è di 5,5 per 1.000 abitanti, mentre nel resto d’Europa arriva a 8,8. In Lombardia, per esempio, mancano 5mila infermieri e già si fa fatica a fornire le prestazioni normali, figuriamoci se ci fosse una seconda ondata del virus – precisa Macchia -. La sanità non ha bisogno di eroi ma di personale formato e pagato il giusto. Gli infermieri italiani sono pagati ampiamente sotto gli standard europei. Il livello delle retribuzioni di oltre il 40% inferiore agli standard medi europei. In Francia e Germania, per esempio, lo stipendio base è di 1.800 euro, in Gran Bretagna e Belgio 2.000 euro. Da noi si ferma a 1.400 euro. Poi non ci si può stupire se tanti nostri giovani laureati vanno all’estero, dove sono accolti a braccia aperte”.

Prima della manifestazione di sabato, verrà osservato un minuto di silenzio in memoria delle migliaia di vittime del Covid e del sacrificio dei moltissimi operatori della sanità. Poi interverranno i responsabili regionali e infine il presidente di Nursing Up Antonio De Palma.

“Sui media siamo chiamati eroi e leggiamo di riconoscimenti economici che non arrivano mai o, se arrivano, lo sono a metà. Qui in Lombardia per esempio la Regione – continua il responsabile sindacale – in accordo con Cgil, Cisl e Uil, ha prima annunciato ai quattro venti delle cifre, che alla prova dei fatti sono risultate praticamente dimezzate, perché al lordo di oneri riflessi ed Irap. Poi è corsa ai ripari, ma non utilizzando fondi propri, ma quelli già stanziati dal decreto Rilancio per i premi per chi è stato in prima linea nella lotta al Covid 19. Di fatto una partita di giro sulla pelle di chi ha rischiato la vita. Ma ci sono anche molti errori nella gestione e distribuzione dei fondi – aggiunge -. Troviamo anche ingiusto e assurdo che i premi vengano riconosciuti a chi ha lavorato da casa, ci sono anche casi in cui infermieri e operatori sanitari sono stati collocati nella fascia degli amministrativi e personale con contratto part time, precettato a tempo pieno, si è visto riconoscere un bonus ridotto”.

La manifestazione di sabato si svolgerà in modo da garantire la massima sicurezza dei partecipanti e della città. Ogni manifestante dovrà indossare la mascherina e seguire scrupolosamente le regole di distanziamento sociale.
Nursing Up, per consentire a tutti gli infermieri di Italia di seguire la manifestazione e conoscere le rivendicazioni assicura un collegamento streaming suo canali YouTube e la pagina Facebook di Nursing Up.

protesta infermieri

Le richieste degli infermieri

1. Un’area contrattuale infermieristica che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti di una categoria che rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie. Analogamente accada per le professioni sanitarie ostetrica e tecniche.

2. Risorse economiche sufficienti per garantire una indennità infermieristica che, al pari di quella già riconosciuta per altre professioni sanitarie della dirigenza, sia parte del trattamento economico fondamentale, non una “una tantum” e riconosca e valorizzi sul piano economico le profonde differenze rispetto alle altre professioni, sempre esistite, ma rese evidenti proprio da Covid-19.

3. Risorse economiche per il contratto della sanità finalizzate e sufficienti per conferire un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che assistono pazienti con un rischio infettivo.

4. Riconoscimento della malattia professionale e correlato meccanismo di indennizzo in caso di infezione con o senza esiti temporanei o permanenti.

5. Immediato adeguamento delle dotazioni organiche del personale operante nella generalità dei presidi ospedalieri e sul territorio. Aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli accessi universitari, perché gli infermieri attuali non bastano, ne mancano 53mila ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso.

6. Aggiornamento della normativa sull’accesso alla direzione delle aziende di servizi alla persona, dove l’emergenza ha dimostrato che non è possibile prescindere da una competenza sanitaria di tipo assistenziale a garanzia degli ospiti.

7. Superare, per gli infermieri pubblici e per gli altri professionisti non medici, il vincolo di esclusività, concretizzando un’intramoenia che consenta di prestare attività professionale a favore di strutture sociosanitarie (RSA, case di riposo, case di cura e strutture residenziali, riabilitative, …), anche per far fronte alla gravissima carenza di personale infermieristico di tali realtà.

8. Tutte le richieste ed innovazioni sopra riportate, dovranno essere considerate tra i requisiti richiesti per procedere con l’accreditamento e l’autorizzazione delle strutture private.

9. Direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici. Direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento degli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06, e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento

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