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Lettera a mattarella

“La strage del Covid e quelle responsabilità che nessuno vuole prendersi”

Robert Lingard, responsabile della comunicazione del comitato 'Noi Denunceremo': "Solo a Bergamo più di 6mila famiglie non riescono ancora a dare un senso a quello che è successo"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Robert Lingard, “un famigliare dei quasi 35 mila morti di coronavirus e dei circa 16 mila morti lombardi” ha inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo la sua visita domenica 28 giugno in terra Bergamasca. Lingard è anche responsabile della comunicazione del comitato ‘Noi Denunceremo’.

La lettera

Gentile Presidente,

Sin dalle origini, l’uomo è stato prigioniero della ricerca del senso. Il senso della vita, ma anche quello della morte. I lombardi, ma in modo particolare noi bergamaschi e bresciani, la morte l’hanno sentita sulla pelle.

Dal suono costante delle sirene delle ambulanze, al quotidiano rintocco funebre delle campane delle nostre chiese.

L’abbiamo anche guardata dritta negli occhi, la morte. L’abbiamo vista mentre si portava via i nostri cari senza che potessimo stargli vicino negli ultimi istanti della loro vita. Cari a cui non abbiamo potuto dare un’ ultima carezza, o stringere la mano per ancora pochi ma interminabili istanti.

Solo a Bergamo più di seimila famiglie non riescono ancora a dare un senso a quello che e’ successo. Non passa giorno senza che ognuno di loro si chieda come questa strage possa essere potuta accadere. E, come a Bergamo, anche a Brescia.

Prima che scoppiasse la pandemia stavo leggendo un libro di Hannah Arendt. Si intitola La Banalità del Male. Sono certo che lei lo conosca molto bene. E posso soltanto immaginare quante volte lo abbia riletto durante l’arco della sua intera vita.

Sa, io non credo nel caso. Mi piace pensare che la vita porti in sè qualcosa di magico, in cui tutto quello che succede oggi faccia parte di un piano già scritto che potremo capire solo domani. Con un po’ di sforzo, certo. Lo sforzo di connettere i punti andando a ritroso.

Quello che è successo a Bergamo e Brescia non può certo paragonarsi all’immane tragedia narrata dalla Arendt nel suo libro. Tuttavia, se studiare la storia ha un senso allora dobbiamo imparare le lezioni che prova a insegnarci.

La serata del ricordo delle vittime del Covid a Bergamo
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Credo che il processo di Gerusalemme raccontato in prosa ne La banalità del male voglia metterci in guardia da tutti quegli Eichmann che in diversi tempi ed in diverse culture vogliano sottrarsi all’assunzione della propria responsabilità ed a quella delle relative conseguenze.

Mi permetterei, inoltre, di suggerire il testo come caso giurisprudenziale da tenere in considerazione quando le varie procure impegnate a sviscerare le centinaia di denunce arrivate sulle loro scrivanie dovranno stabilire le responsabilita’ individuali del massacro a cui abbiamo dovuto assistere imperterriti.

Sa, io vorrei tanto che in questa vicenda non ci fossero colpevoli. Vorrei solo capire cosa è successo. Ma più le inchieste vanno avanti, più emergono nuovi elementi, più mi accorgo che tante autorità pubbliche che hanno gestito l’emergenza avrebbero solo un motivo per evitare un eventuale processo.

Cordialmente,

Robert Lingard

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