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Lettere

La commemorazione

Struggente serata, ma sui social la “pancia” dei commentatori ha preso il sopravvento

Ritengo che questo omaggio che si è voluto rendere a tutti i defunti, bergamaschi e no, avrebbe meritato maggior rispetto

Spettabile Redazione,

mentre leggevo i commenti postati sui social dopo il Concerto al Cimitero Monumentale, sono rimasto basito, perfino atterrito dalla cattiveria che fluiva rabbiosa: onde maligne di parole che se in altri momenti si potevano, a volte, accettare, stavolta erano completamente irricevibili.

Abbiamo assistito a un evento estremamente significativo, sobrio, commovente e partecipativo, dove prima il silenzio, poi la poesia e infine la musica, ci dovevano far immergere in ben altre struggenti riflessioni.

E invece leggo insulti al Presidente della Repubblica ai Sindaci e agli Amministratori che erano li in rappresentanza di tutti, senza distinzioni politiche; e il fatto che fra di loro vi erano anche politici che forse hanno sbagliato qualcosa nella gestione della vicenda, non aveva rilevanza in quel momento, poiché ritengo ci sarà tempo e modo per giudicarne colpe e omissioni. O forse lo farà solo la Storia.

Bisognava piuttosto avere la capacità di andare oltre, cogliere l’essenza spirituale, umana della celebrazione, riconoscere che l’intelligenza, la cultura, il talento ci aiutano a pensare, a riconoscere e vivere le emozioni, anche quelle tristi e dolorose, e per mezzo di loro possiamo provare a sconfiggere gli ottusi, gli sciocchi, essere persone migliori.

Ma anche ieri ciò non è accaduto: la ”pancia” della gente, ma probabilmente non solo quella, ha ancora una volta preso il sopravvento.

Parole sprezzanti, che chiudono subito un dibattito che si potrebbe comunque aprire.

Parole avvelenate, che non danno scampo ad altrui opinioni.

Parole irragionevoli che non ammettono risposte accettabili. Ne consegue che forse stiamo pagando un prezzo troppo alto per far circolare i liberi pensieri: ciò che sembrava una forza, una conquista, ci rivela anche la sua debolezza. Ma questo è un altro discorso…

Quindi, in conclusione, ritengo che questo omaggio che si è voluto rendere a tutti i defunti, bergamaschi e no, avrebbe meritato maggior rispetto. Molti hanno perso l’occasione per stare in silenzio e riflettere su una miriade di sollecitazioni che la serata offriva: culturali, etici, umanistici o, più semplicemente ma non meno profondamente, al senso del dramma vissuto e alle sue conseguenze presenti e future.

Claudio Carminati

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