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Le rogazioni

Sarnico, fiori nel lago d’Iseo per ricordare le vittime del Covid

Nel corso della serata, che ha riunito circa 70 persone, si sono alternati vari interventi di chi ha vissuto il dramma

Nel culto cattolico le rogazioni indicavano anticamente dei riti comprendenti processioni, suppliche e litanie per invocare la benedizione divina sul raccolto. In chiave laica e con un altro obiettivo – quello di invocare giustizia – il concetto è stato fatto proprio dagli attivisti di Progetto EcoSebino che hanno dato vita a “Le Rogazioni”: una camminata a tappe fra Paratico e Sarnico con spirito pacifico, ma con un intento ben chiaro: elaborare collettivamente i lutti subiti durante l’emergenza Covid, ma soprattutto chiedere giustizia per le vittime.

I ragazzi di Progetto EcoSebino si sono costituiti in un gruppo informale da circa un anno e svolgono sul territorio attività di sensibilizzazione sui temi dell’ambiente e della salute pubblica. Nell’ultimo anno si sono fatti promotori di passeggiate lungo le sponde del lago d’Iseo per pulirne le rive dai rifiuti, soprattutto dagli scarti della gomma, una delle principali piaghe ambientali del Sebino. All’inizio di giugno inoltre avevano affisso sul ponte di Sarnico due striscioni in segno di protesta, contro Governo e Regione Lombardia, per la gestione sanitaria dell’emergenza Covid.

Con la camminata di venerdì 26 giugno hanno voluto compiere un ulteriore passo: dare voce a chi in veste di cittadino o di professionista ha vissuto in prima linea l’emergenza Coronavirus, per riuscire insieme ad elaborare il dolore, e per chiedere che venga fatta giustizia in nome di chi non c’è più.

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Nel corso della serata, che ha riunito circa 70 persone, si sono così alternati vai interventi di chi ha vissuto il dramma. Giuseppe Locatelli, coordinatore di Progetto EcoSebino, fa un bilancio della manifestazione: “È stata una serata che definirei intensa più che bella, perché le testimonianze ascoltate sono state forti. Molti, soprattutto chi era in prima linea, hanno parlato per la prima volta e hanno fatto interventi carichi di dolore e rabbia. È stato toccante”.

La serata è stata aperta dalle importanti testimonianze degli ospiti Luca e Stefano Fusco, principali voci del comitato Noi Denunceremo. A marzo i due avevano creato un gruppo su Facebook per mantenere vivo il ricordo del nonno di Stefano, portato via dal Covid, e per offrire a chi come loro ha perso una persona cara uno spazio nel quale esternare il proprio dolore. Oggi il gruppo, che conta oltre 60mila iscritti e che raccoglie messaggi di stima e affetto da ogni parte d’Italia, è diventato un importante punto di riferimento per chi chiede verità.

Gli interventi di Luca e Stefano hanno toccato i temi della mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana – dove loro vivono – e dell’inadeguatezza del sistema sanitario pubblico. “Se abbiamo bisogno di eroi vuol dire che qualcosa è sbagliato. Dobbiamo tendere a non aver bisogno di eroi” ha commentato Stefano Fusco all’inizio della serata. Padre e figlio hanno deciso di trasformare le tante testimonianze ricevute sulla loro pagina in denunce contro ignoti, collaborando all’indagine per epidemia colposa aperta dalla Procura di Bergamo.

Assieme a Luca e Stefano Fusco ha dato il proprio sostegno all’iniziativa anche Ettore Giuradei, che ha accompagnato in diversi momenti la serata con la propria musica. L’artista bresciano ha anche regalato ai presenti alcuni brani tratti dal suo nuovo album.

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I manifestanti si sono dati appuntamento all’auditorium del parco di Paratico, da dove poi hanno camminato procedendo a tappe verso alcuni dei luoghi simbolo di Paratico e Sarnico, concludendo la serata con una torciata proprio sul ponte che unisce le province di Bergamo e Brescia. Lì hanno gettato dei fiori nel lago e applaudito in segno di ricordo e di commemorazione per chi non c’è più.

“Non vogliamo accusare o difendere alcun partito, la nostra critica è rivolta ad un sistema che da anni calpesta il tema della salute pubblica anteponendo a tutto la logica del profitto” è il messaggio di Giuseppe Locatelli.

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