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Fuori quota

Disparità di genere nel mondo del lavoro: il webinar sulle politiche inclusive

Lunedì sera sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Bergamonews

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro qualche giorno fa ha diffuso un dato dal sapore molto amaro: nel 2019 il 73% delle dimissioni volontarie sono di donne, madri, quasi sempre dopo la nascita del primo figlio. Ma ciò che certifica la disparità di genere (gender gap), con annessa iniquità, è il confronto con il dato relativo alle scelte dei padri. Su oltre 51mila dimissioni volontarie solo il 27% sono firmate da uomini.

Leggerlo nero su bianco fa sempre un certo effetto, ma non si tratta certo di una novità. Il Global Gender Gap Report 2020 (https://www.weforum.org/reports/gender-gap-2020-report-100-years-pay-equality) elaborato dal World Economic Forum, lo studio statistico che ogni anno fa il punto sulle disparità di genere indagando quattro dimensioni (politica, economia, salute, educazione/formazione) ci dice che a livello globale ci vorranno 99,5 anni per raggiungere la parità di genere.

L’Italia si colloca a metà classifica, al 76esimo posto su 153 Paesi, con un peggioramento di sei posizioni rispetto al 2018. In particolare, è 44esima quanto al ruolo delle donne in politica (e 30 per la quota di donne in Parlamento), 117esima per opportunità e partecipazione economica, 125esima per parità retributiva con gli uomini.

Generico giugno 2020

Punto dolente è l’occupazione femminile: in Italia lavora ancora meno di una donna su due.
Secondo gli ultimi dati Istat il divario fra tasso di occupazione delle donne e quello degli uomini è del 18,9% (in Europa fa peggio solo Malta). Tornando al Global Gender Gap Report sull’Italia pesa anche la differenza salariale fra uomini e donne a parità di livello e di mansioni che nel 2019 si attesta al 7,4% (dall’8,8 dell’anno precedente). E più le donne studiano, più aumenta il divario: se un laureato uomo guadagna il 32,6% in più di un diplomato, una laureata guadagna solo il 14,3% in più.

In questo contesto, le donne faticano a fare carriera. La Legge Golfo-Mosca nel 2011 ha introdotto la parità di accesso agli organi delle società quotate (la cosiddetta legge sulle “quote rosa”) prevedendo che un 1/5 (nel 2012), poi 1/3 dei componenti dovesse essere attributo al genere meno rappresentato, le donne. In questi anni la Golfo-Mosca ha dato un buon contributo alla rappresentanza di genere portando la percentuale di donne nei board delle società quotate italiane al 36,4%.

Generico giugno 2020

Nel 2022 la Golfo-Mosco esaurirà la sua efficacia. La legge, infatti, è stata concepita con una validità temporale di dieci anni, entro i quali si auspicava di raggiungere l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli all’accesso delle donne a ruoli di potere, favorendo un processo di rinnovamento culturale a supporto di una maggiore meritocrazia e di opportunità di crescita.

Siamo pronti a rinunciare alle “quote”? La rivoluzione culturale si è compiuta? Stando ai dati che abbiamo riportato, qualche dubbio ci resta.
Per fuggire dalla tentazione di lamentarsi, l’alternativa è proporre policy di genere che siano azioni concrete e applicabili in azienda come in politica e in società e fare lobby per influenzare i decisori (uomini e donne!) ad agire in tal senso.

In questa direzione si colloca il primo webinar organizzato da Bergamonews per parlare di politiche inclusive e di genere che abbiano come obiettivo favorire l’occupazione femminile e la carriera delle donne. Lo spunto è il documento proposto da Fuori Quota, organismo no profit che riunisce donne componenti di board di società quotate, sia consigliere indipendenti che amministratori esecutivi, e donne in posizione apicali di impresa e di istituzioni, che si impegnano ad azioni proattive per l’empowerment del talento femminile e il superamento dell’iniquità della disparità di genere.

Moderati da Davide Agazzi, ne parlano: Simona Bonaldi (AD Bergamonews e imprenditrice); Maurizia Iachino (Presidente di Fuori Quota e componente della Task Force di esperti della Presidenza del Consiglio guidata da Vittorio Colao); Anna Maria Tarantola (Presidente della Fondazione Centesimus Annus, già dirigente della Banca d’Italia e presidente della Rai), Alessia Mosca (Vice presidente di Fuori Quota, prima firmataria della Legge sulle quote di genere, già europarlamentare), Cristina Bombassei (Chief CSR Officer Brembo), Luca Gotti (Direttore Macro Area Bergamo e Lombardia Ovest UBI Banca).

L’appuntamento è per domani, lunedì 29 giugno 2020, alle 18.30 su zoom (link per l’iscrizione cliccare QUI). Il webinar sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Bergamonews.

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