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Fdt offstage

Elio, Tanica e Melozzi comporranno la musica perduta de “Le nozze in villa” di Donizetti

La diretta ha svelato la chiamata alle armi dei tre musicisti da parte di Micheli per l’edizione 2020 del Donizetti Opera Festival

“Chi sono i compositori? Bambini, ragazzi giovani e poi uomini che litigano e lottano come tutti noi per sopravvivere, vivere e trovarsi un posto nel mondo”, ha scritto Stefano Belisari, in arte Elio, volto e leader dei leggendari Elio e le Storie Tese, ospite della quinta puntata di FTD “Offstage – dialoghi in streaming”, format social ideato dalla Fondazione Teatro Donizetti.

A fare gli onori di casa nella diretta di giovedì 25 giugno è Francesco Micheli, direttore artistico del Donizetti Opera Festival. Se si tratta di opera e del caro Gaetano, Micheli non risparmia energia e entusiasmo: con questo spirito ha condotto l’incontro, in cui sono intervenuti, oltre a Elio, anche Rocco Tanica, “il mago dei tasti bianchi e neri” delle Storie Tese, e Enrico Melozzi, compositore e violoncellista, che oltre ad essere ideatore dell’iniziatica 100Cellos con Giovanni Sollima, ha accompagnato i nostrani Pinguini Tattici Nucleari nella loro prima avventura sanremese, dirigendo l’orchestra nel brano “Ringo Star”.

La diretta ha svelato la chiamata alle armi dei tre musicisti da parte di Micheli per l’edizione 2020 del Donizetti Opera Festival. Un compito non facile, una impresa da moschettieri: Elio, Tanica e Melozzi dovranno comporre l’aria perduta de “Le nozze in villa”, opera di Gaetano Donizetti del 1820.

“Ognuno di voi mi sembra una bellissima declinazione di essere compositore – ha detto Micheli – volevo che vi incontraste”.

“L’impresa presenta diversi punti di difficoltà ma anche di impegno creativo – è intervenuto Rocco Tanica – nello specifico, per quanto riguarda “Le nozze in villa”, abbiamo la possibilità di rifarci la metro poetico di librettista. A seconda degli accenti e delle sillabe decidiamo come impostare la melodia”. Il lavoro del trio, infatti ha un punto di partenza: il libretto di Bartolomeo Merelli, compagno di scuola e amico di Gaetano Donizetti. Una base di estremo valore, perché, come ha spiegato Enrico Melozzi, “il libretto è importantissimo, contiene il DNA della musica. Il librettista è quindi da considerarsi musicista tanto quanto il compositore”.

L’aria in questione rappresenta il momento determinante di tutta la vicenda. Un uomo vuole sistemare la figlia con un ricco signore, ma lei – come puntualmente accade nel magico mondo del melodramma – ama un altro. I tre musicisti dovranno comporre la musica del momento della tresca, in cui gli amanti clandestini si nascondono dal futuro sposo intento a suonare una serenata alla ragazza. Insomma, l’ambiente ideale per Elio e le storie tese con la giusta quantità di “ciccia erotica” e la presenza di “personaggi abbastanza stupidi da far ridere le persone”.

La diretta ha dimostrato, ancora una volta, come l’opera e la musica in generale può e deve essere trattata con leggerezza e divertimento. Professionalità e preparazione dei migliori compositori devono convivere con il filtro della semplicità delle cose belle per natura.

“Bisogna essere bambini per essere compositori, è fondamentale”, ha concluso Elio, dicendo una verità indiscutibile. Bisogna avere lo sguardo dei bambini per comprendere l’opera, gustarla, viverla. Rimanere bambini, almeno nell’animo e nella mente, è il segreto che sta dietro ogni arte, ogni musica, ogni prezioso momento di creatività.

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