Nuove testimonianze su quella ormai nota domenica 23 febbraio all’ospedale di Alzano Lombardo. Le hanno raccolte e consegnate mercoledì mattina in procura a Bergamo l’avvocato Consuelo Locati e Luca Fusco, due dei coordinatori del comitato Noi Denunceremo – Verità e giustizia per le vittime di Covid-19.
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Il materiale è stato ricevuto direttamente dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, che coordina il pool composto da quattro magistrati (oltre a lei i pm Fabrizio Gaverini, Paolo Mandurino e Silvia Marchina) chiamato a fare luce su possibili negligenze durante la pandemia in Bergamasca, costata la vita a circa seimila persone.
L’indagine si ramifica in tre filoni e le ipotesi di reato sono omicidio colposo ed epidemia colposa. Il primo capitolo riguarda la mancata zona rossa in Val Seriana, il secondo le Rsa e i tanti anziani deceduti, il terzo l’ospedale di Alzano e la riapertura dopo tre ore dalla chiusura in seguito alla scoperta dei primi due positivi, lo scorso 23 febbraio.
Quest’ultimo ramo dell’inchiesta ora si arricchisce di nuovo materiale in cui si evidenziano “le mancate precauzioni prese quella domenica prima di riattivare gli accessi di degenti e parenti”, spiega l’avvocato Locati.
Testimonianze di chi era al Pesenti-Fenaroli quel giorno e ha visto con i propri occhi come sono andate le cose. Non è chiaro se ci sia anche qualcuno interno alla struttura che ha deciso di svuotare il sacco.
Si tratta di un’integrazione del materiale già presentato ai magistrati di piazza Dante insieme alle quaranta segnalazioni in occasione del primo Denuncia-Day lo scorso dieci giugno, alle quali andranno ad aggiungersi un altro centinaio di denunce in un secondo D-day in programma la prima settimana di luglio.
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“Teniamo a precisare e a ribadire – prosegue Consuelo Locati – che noi non puntiamo il dito contro medici e infermieri, loro sono le prime vittime di questa situazione, ma contro dirigenti e politici. Speriamo che anche grazie a queste nuove prove i magistrati possano riuscire a convocare qualcun’altro e soprattutto a fare luce su chi ha sbagliato”.
“Le sensazioni sono positive su un buon esito dell’inchiesta – aggiunge l’avvocato – e la nomina di un consulente del calibro del professore Andrea Crisanti ci fa ben sperare. E la dottoressa Rota, con noi sempre gentile e disponibile, sembra molto determinata nel cercare la verità su questa tragedia che ha colpito la nostra provincia”.
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