Un rintocco di campana per ogni deceduto: 188 in totale. Un numero impressionante per un comune di 11mila abitanti, Nembro, diventato suo malgrado uno dei luoghi simbolo dell’epidemia di Coronavirus a livello nazionale.
È senza dubbio uno dei momenti più emozionanti della Messa in programma martedì sera, a partire dalle 20, al campo sportivo del paese. Circa mille i presenti: il massimo consentito dalle normative regionali per il contenimento del contagio.
Il primo rintocco è per Lazzaroni Maurizio, l’ultimo Madaschi Maria. Nel mezzo una lista interminabile di nomi pronunciati ad alta voce: tutti con il loro carico di storia, relazioni, identità da non dimenticare. “Sono le stesse campane che in quei giorni hanno smesso di suonare – ricorda l’arciprete don Antonio Guarnieri, che ha presieduto la Messa insieme ai sacerdoti della parrocchia -. Sentirle continuamente suonare a morto sarebbe stato sconvolgente per tutti”.
Un momento collettivo tra memoria e speranza, dopo quei mesi di buio e morte, sofferenza e malattia, scanditi dalle sirene delle ambulanze. “Vogliamo che sia una giornata speciale come speciali erano tutte le persone che hanno perso la vita in questa tempesta che ci ha colpito così duramente” ha dichiarato il sindaco Claudio Cancelli, presente alla cerimonia insieme a molte autorità locali e visibilmente commosso durante il suo discorso.
commenta