Le grida della figlia, il tuffo istintivo e disperato in acqua, la corrente che improvvisamente si fa più forte: attimi concitati che hanno visto Angelo Belluscio, 47enne di Calusco d’Adda, essere trascinato via dall’impeto del fiume Adda nel pomeriggio di sabato 20 giugno.
Papà e figlia si trovavano sulle sponde del fiume, nella zona di Cornate d’Adda, al confine con l’Isola Bergamasca: improvvisamente la bimba, 9 anni, è scomparsa sotto il livello dell’acqua e il padre non ci ha pensato due volte a tuffarsi per recuperarla.
Il 47enne, gruista alla Vitali Spa, è stato però a sua volta travolto da un’improvvisa corrente: le sue grida di aiuto hanno attirato l’attenzione di un pescatore che si trovava poco distante dal luogo dell’incidente, anche lui prontissimo a gettarsi in acqua per tentare un disperato salvataggio.
L’uomo, di origine romena, è riuscito ad afferrare la piccola, prenderla in braccio e portarla a riva in salvo: poi è tornato in acqua, convinto di poter fare lo stesso anche con il padre che nel frattempo, però, era già stato trascinato via dalla corrente.
Inutili i suoi molteplici tentativi di immersione, continuati fino all’arrivo dei soccorritori: sul posto un’ambulanza, un’automedica, l’elisoccorso del 118 di Bergamo e quello dei vigili del fuoco di Malpensa, i carabinieri e una squadra di vigili del fuoco di Monza.
La piccola, curata subito sul posto, è stata trovata in buone condizioni e non si è reso necessario nemmeno il trasporto in ospedale.
Le ricerche di Angelo Belluscio sono invece proseguite fino alla tarda serata di sabato, poi sospese e riprese domenica mattina all’alba: sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco di Milano a trovare il suo corpo senza vita attorno alle 6.30.
Ai carabinieri di Trezzo sull’Adda e Vimercate, ora, l’arduo compito di ricostruire quanto successo sabato pomeriggio, in quei concitatissimi attimi che hanno portato all’annegamento di Belluscio.
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