Amante della televisione d'”antan”, soprattutto quella ancora in grado di incidere profondamente sul tessuto sociale, facendo politica culturale,
“mission” poi definitivamente scomparsa con l’avvento della tv commerciale, Claudio Carminati ci propone un viaggio a puntate tra quelle produzioni che divulgarono i grandi classici agli italiani, dalla nascita della Rai in avanti.
Il 3 gennaio 1954 venne realizzata ufficialmente la prima trasmissione televisiva italiana, ad opera del Centro di Produzione Rai, all’epoca EIAR, di Via Verdi a Torino. I primi studi e le prime prove sperimentali furono effettuate proprio a Torino a partire dal 1934, dove la Rai possedeva il Centro di Direzione, e poi bruscamente interrotte durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’avventura del romanzo sul piccolo schermo comincia contemporaneamente alle prime trasmissioni, fra molte difficoltà; all’epoca, fra l’altro, si recitava in diretta, tra cavi in terra o sospesi. I protagonisti, dirigenti, registi, attori, operatori, erano proprio dei pionieri della cultura in TV.
La prima trasmissione di teleteatro fu mandata in onda alle ore 21.45 di quel giorno: fu l’atto unico di Carlo Goldoni “L’Osteria della Posta”, per la regia di Franco Enriquez e con Isa Barzizza nei panni della protagonista.
A gennaio va anche in onda “Candida”, una nota commedia di George Bernard Shaw, del 1895. Di questa opera furono trasmesse altre quattro versioni (1961, 1969, 1980); la migliore resta senza dubbio la prima, allestita per la televisione da Mario Ferrero e il merito va a un cast di attori (Solari, Foà, Albertazzi) particolarmente adatto alle corde ironiche dell’intreccio sentimentale.
Sempre a gennaio debutta con “Domenica di un fidanzato” il primo tentativo di scrittura propriamente televisiva, il cosiddetto “Originale”, scritto dal giornalista Ugo Buzzolan, e diretto sempre da Ferrero.
Il 29 gennaio si inaugura, in diretta naturalmente, “La prosa del venerdì” con la celebre tragedia di William Shakespeare “Romeo e Giulietta”, diretta da Franco Enriquez e interpretata da Albertazzi, Silenti, Braccini, De Carmine, Cortese e altri. La strada scelta non è quella formale, ma quella della divulgazione di grandi opere classiche.
Il 14 marzo va in onda “Delitto e castigo”, dall’opera di Dostoevskij. Si tratta di una riduzione teatrale in una sola serata con Giorgio Albertazzi, Bianca Toccafondi e Giancarlo Sbragia.
Racconta Albertazzi: “Dati gli anni, la televisione l’ho fatta quando non era ancora né a Milano, né a Roma, ma a Torino. Ho fatto trentasette commedie in diretta, poi il primo sceneggiato, Delitto e castigo di Dostoevskij: era un programma che durava quattro ore e un quarto di seguito in diretta, in bianco e nero. Per terra avevo qualcosa come 250, 270 segnali da rispettare. A volte alzavo i cavi delle camere per passarci sotto approfittando dell’inquadratura. Una cosa meravigliosa, una specie di avventura. Delitto e castigo fu il primo sceneggiato per la televisione”.
Sempre a marzo viene trasmesso il dramma di Giuseppe Giacosa “Come le Foglie” ancora con Albertazzi e con Solari e la Miserocchi (l’opera verrà poi riproposta con diversi interpreti nel 1958, 1965 e 1984).
Sempre nel 1954 la televisione italiana affronta anche l’opera lirica con la messinscena del melodramma di Rossini “Il Barbiere di Siviglia”.
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