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Seial ma non troppo

“Dear White People”: quando la tv azzecca il tema d’attualità

La serie mostra la realtà da un altro punto di vista, cioè quello di personaggi afroamericani, facendo sentire cosa può essere offensivo, cosa può essere d’aiuto, cosa può fare la differenza.

Dear White People: queste sono le parole con cui Sam White (Logan Browning) – protagonista della serie Netflix uscita nel 2017 e ormai giunta alla quarta stagione – dà inizio al suo programma radiofonico. La serie ideata da Justin Siemen si dimostra più attuale che mai, in un periodo in cui la questione razziale è chiara, mastodontica davanti alla visione mondiale. Per capire, per vedere la situazione da un punto di vista diverso dal nostro, le narrazioni sono fondamentali: che si tratti di un film, di un libro o in questo caso di una serie tv. Dear White People non potrebbe essere più azzeccata per l’occasione.

La serie, tratta dall’omonimo film del 2014, è corale e vede come protagonisti dei ragazzi afroamericani che frequentano la prestigiosa scuola Winchester e ogni giorno devono affrontare episodi evidenti di razzismo, discriminazioni o difficoltà quotidiane. La serie è caratterizzata da un taglio ironico, immediato che si lega alla fotografia colorata e ai movimenti di macchina simmetrici, precisi.

Dear White People non è una serie strappalacrime o piena di pathos. È una storia di personaggi forti, ben caratterizzati nel bene e nel male e ognuno estremamente diverso, che sapranno coinvolgervi nelle loro vite. Chi sono i protagonisti?

Tra tutti Sam, attivista, leader indiscussa e conduttrice di un programma radiofonico, volto a sensibilizzare i suoi compagni e a eliminare il razzismo sistemico che invade gli alunni del campus. Caso vuole che si innamori di Gabe, un ragazzo bianco, e questo genera delle disapprovazioni da parte dei suoi amici. Accanto a lei, c’è Lionel: un timido ed imbranato ragazzo, all’apparenza molto strano ma con un incredibile fiuto per gli scoop. Il suo sogno è di diventare un giornalista e infatti scrive per il giornale scolastico. Reggie è un personaggio forte, fiero ed orgoglioso della sua cultura, figlio di un ex Black-Panther. Pronto a tutto per combattere e difendere la propria identità e cultura, a causa di un malinteso con la polizia, sarà costretto ad affrontare la paura di essere visto come una minaccia agli occhi degli altri, la paura di essere giudicato solamente per il colore della pelle e di rischiare la vita per questo. Coco è spregiudicata, ambiziosa, pronta a tutto per arrivare al successo e intraprendere la sua carriera politica. Tra alti e bassi, riuscirà a trovare la sua strada e la sua forza, nonostante tutto. Per concludere, c’è Troy, figlio del direttore della scuola e prossimo presidente degli studenti in carica. Figlio e studente modello, spedito verso la carriera di politico. L’unico suo problema? Una naturale tendenza a mettersi nei guai, unita a un debole per le scappatelle.

Dear White People ha la capacità, con la sua immediatezza e ritmo, di coinvolgere e mostrare, senza troppi sfarzi, cosa significa vivere certe situazioni, in particolare il quinto episodio della prima stagione. Mostra finalmente delle narrative alternative, al di fuori dello standard classico a cui siamo abituati. Mostra la realtà da un altro punto di vista, cioè quello di personaggi afroamericani, facendo sentire cosa può essere offensivo, cosa può essere d’aiuto, cosa può fare la differenza. E se ce ne accorgiamo, allora finalmente qualcosa possiamo farlo.

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