“Dolore, bellezza, rinascita”: dedicato alla Dea e a Bergamo. Allora pronti, si riparte. Spiega Giorgio Porrà, in un programma da emozioni forti, che in queste serate su Sky Sport Uno fa da apripista al campionato di Serie A: “Una bellezza che oggi a Bergamo fa rima con sofferenza, quella che l’Atalanta continuerà a portare in campo per far vivere i sogni della gente”.
E dopo una tragedia che ha fermato il mondo, Porrà sceglie di ricominciare proprio da Bergamo, simbolo dell’emergenza virus, “per un atto dovuto alla città: inevitabile quindi guardare all’Atalanta come miglior navigatore possibile, per non sbagliare strada”.
Un atto d’amore per Bergamo, come la citazione di Le Corbusier in apertura di programma: “La città più bella del mondo? Facile, Bergamo”. Il dolore? “A Bergamo e provincia sanno come fare squadra, come reagire, come passare all’audacia, trovare la scintilla che l’accenda”.

Un assist per Alessio Boni, bergamasco e naturalmente atalantino: “Bergamo è il simbolo della resilienza alla pandemia. La caratteristica dei bergamaschi è proprio la tigna, la capacità di non mollare”. E il sindaco Giorgio Gori conferma: “Quello che so è che tra l’Atalanta e Bergamo c’è un’adesione totale. Bergamo è l’Atalanta, l’Atalanta è Bergamo. La gente non va allo stadio, va all’Atalanta”.
Porrà riprende il filo nerazzurro: “L’Atalanta del Gasp è come un college americano dove i Percassi, Antonio e Luca, sono un modello unico in Italia. E il sistema Atalanta è il concetto di ripartenza che anche nell’era post Covid esalta i valori sociali attraverso il gioco”.
Gigi Riva, giornalista di Nembro e inviato nella guerra di Jugoslavia, fotografa il momento dell’emergenza virus: “Non è una guerra, ma si muore come in guerra. E allora come oggi il calcio era un antidoto alla sofferenza”. “Infatti, grazie al calcio” continua Porrà “si può tornare alla normalità come nel periodo postbellico. Come ricorda Jorge Valdano: il calcio sopravvive a tutto, con la sua capacità di seduzione”.

Torniamo all’Atalanta? Spiega Gian Piero Gasperini: “Giochisti o risultatisti? Mah, io punto sempre al risultato, poi se giochi bene hai più opportunità di fare risultato”. Gori approva: “Il bel gioco che l’Atalanta di Gasperini ci offre è leggerezza, è fantasia. Il tocco di Gian Piero Gasperini ci ha reso orgogliosi col bel gioco che l’Atalanta ha sempre saputo esprimere”.
Porrà cita Mario Sconcerti, che paragona Gasp a uno dei più grandi allenatori della storia del calcio, vincitore di due Coppe Campioni col Nottingham Forest: “Gasperini somiglia molto a Brian Clough. Stessa rivoluzionaria diversità, ma quella di Gasp l’abbiamo capita in ritardo. Ha ribaltato il modo di concepire il calcio, ma nessuno di noi lo chiama maestro”. Sorride, Gasp: “Il paragone è molto prestigioso, lui ha colto risultati incredibili, io non sono ancora riuscito a tanto ma sono contento di quel che ho fatto con l’Atalanta e di quanto viene apprezzato”.

Porrà ricorda la battuta di Pep Guardiola: “Affrontare l’Atalanta è come andare dal dentista”. E aggiunge: “Le squadre di Gasp e Guardiola sono spregiudicate, trasformano la paura in benzina”. Spiega il sindaco Gori: “La fatica è la base, i risultati nascono anche dalla durezza negli allenamenti”. Gigi Riva non ha dubbi. “Gasperini è un maestro, sa far rendere al massimo i suoi giocatori”. E Boni conferma: “Non vuole essere chiamato maestro? Io lo chiamo kyrios, in greco maestro, dai greci sono partite le Olimpiadi e Gasp è un grande”.
Si parla poi di creatività e quindi di Ilicic, “con quella maschera malinconica”, racconta Porrà. Aggiunge Gasp: “Josip oggi è uno dei top in Europa, ha la maturità per essere un grande e la dimostrazione che la testa, quella che io chiamo la centralina, molto spesso è più importante del quadricipite”. Continua Porrà: “Ilicic è esploso nella maturità, si diverte giocando anche nel recupero palla. E la creatività è altamente contagiosa, a Bergamo lo sanno bene”. Boni completa il ritratto del Fenomeno Ilicic, “con la sua leggerezza, la sua leggiadra serietà anche quando segna e non esulta in modo esagerato. Mi piace molto come giocatore”.

Scorrono le immagini del dolore, nelle corsie del Papa Giovanni, nelle terapie intensive, mentre la città deserta soffre e poi… e poi si pensa a ripartire, anche con la bellezza del calcio che offre l’Atalanta. “La ripartenza? Per tutti quanti, non solo per la Dea, ci vuole coraggio”, conclude Alessio Boni. Attacca Riva: “L’Atalanta ha voglia di dare una gioia alla sua gente che ha sofferto”. E Gasp mette il sigillo finale: “Dovremo essere non dico più forti, ma i più bravi”.
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