Mattinata di protesta quella di mercoledì 17 giugno in piazza Castello a Milano. Questa volta a protestare sono le aziende di trasporti per la scuola e il turismo. In provincia di Bergamo sono settanta le imprese del settore che dà lavoro a circa 3 mila addetti.
Luca Sonzogni, titolare della Renato Autoservizi di Zogno, portavoce della categoria autobus turistici e gruppo scuolabus della provincia di Bergamo: “Protestiamo perché siamo una delle categorie più dimenticate da questa emergenza Coronavirus. Tutti sono stati aiutati economicamente per affrontare questa situazione, mentre noi stiamo ancora aspettando i compensi che i Comuni dovevano versarci. I nostri dipendenti sono senza cassa integrazione e di fronte a questa situazione non possiamo garantire di poter lavorare dal prossimo settembre. Non chiediamo misure straordinarie, ma ciò che ci è dovuto come categoria, come lavoratori che da sempre hanno versato allo Stato le tasse dovute”.
Che cosa chiedono? La proroga della cassa in deroga, la possibilità di trasportare passeggeri a pieno carico come per gli aerei, lo slittamento dei mutui per il pagamento dei mezzi, la possibilità di recuperare le accise sul gasolio, oltre alla richiesta che i comuni onorino i contratti per i servizi di scuolabus e paghino le rate ora sospese.
Sconsolati questi imprenditori si dicono pronti a consegnare patenti ed autorizzazioni al presidente del Consiglio come atto simbolico ed allo stesso tempo concreto di protesta.
A sollevare il grave problema sul futuro di queste aziende è anche il presidente onorario di Fai Trasporto Francesco Artusa, insieme alla Confederazione nazionale Sistema Impresa a cui aderisce, ma nei giorni scorsi anche Flixbus, l’azienda tedesca che ha investito in Italia assorbendo diverse compagnie locali di ogni regione. Tutti denunciano “grandi difficoltà” e chiedono aiuto al Governo ed in particolare alla Ministra De Micheli con “risorse adeguate per far ripartire centinaia di aziende e non lasciarle morire”.
“La Fesica Confsal è solidale alle problematiche di questi imprenditori e lavoratori e condivide in toto la necessità di un intervento tempestivo di misure in grado di rimettere in moto il comparto». A dichiararlo è il segretario generale della Fesica Confsal Bruno Mariani.
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