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L'esame al tempo del covid

Maturità, i primi studenti bergamaschi: “Commovente rientrare in classe”

Abbiamo incontrato i maturandoi del Lussana, del Vittorio Emanuele e del Secco Suardi

La calca all’esterno della scuola in attesa del segnale d’entrata, la caccia all’ultimo ripasso prima del tanto atteso suono della campanella, il consiglio di un amico prima di sedersi nel posto assegnato. Sono queste alcune istantanee della maturità, immagini sbiadite fissate nella memoria di chi ha affrontato l’esame di stato prima dell’arrivo del Coronavirus.

La pandemia che ha investito il globo negli ultimi mesi ha rivoluzionato la temuta verifica, mandando in soffitta le prove scritte e riducendola per una volta a un colloquio orale di un’ora con tanto di mascherina e distanziamento sociale.

Quindi niente abbracci con i compagni più cari per darsi forza, niente genitori tesi durante l’interrogazione, niente strette di mano da parte di professori emozionati, forse più degli studenti stessi.

Gli ingressi contingentati e la comparsa del plexiglas non hanno cancellato alcuni aspetti tradizionali come riti scaramantici e l’ansia della vigilia che accompagnano da sempre i ragazzi, a cui si è aggiunta la paura per il contagio.

“Mi aspettavo un po’ più di umanità da parte della commissione vista la situazione che abbiamo vissuto – spiega Gaia Humborg del Liceo delle Scienze Umane “Paolina Secco Suardo” -. Gli argomenti chiesti erano indicativamente quelli che attendevo alla vigilia, per cui posso dirmi soddisfatta di come si sia svolto l’esame”.

studenti maturità 2020

Nonostante la notte insonne trascorsa fra libri e dispense di appunti, le borse sotto gli occhi hanno lasciato spazio per l’occasione alle lacrime spese per l’ultimo ingresso nell’odiata, ma al tempo stesso amata scuola; un ingresso che sarebbe dovuto esser diverso.

“Mi aspettavo sicuramente una maturità diversa perché le diverse procedure di sanificazione hanno reso il clima un po’ estraneo rispetto al solito – sottolinea Filippo Gallicani dell’Istituto Tecnico “Vittorio Emanuele II” -. Rientrare in classe è stato commovente perché siamo stati strappati al nostro destino, motivo per cui metter piede un’ultima volta nell’istituto mi ha trasmesso una grande emozione”.

Le perplessità avanzate alla vigilia in merito allo svolgimento dell’esame sono stati prontamente smentite dagli studenti orobici che hanno particolarmente apprezzato la modalità introdotta per l’emergenza.

“Ero abbastanza agitato prima del colloquio tant’è che continuavo a camminare lungo il corridoio – racconta Gabriele Schiavi del Liceo Scientifico “Filippo Lussana” -. Non appena sono entrato ho però trovato un clima di tranquillità che mi ha consentito di affrontare la prova in maniera serena rilassata”.

In attesa di poter visionare i “quadri” e di conoscere il giudizio finale, i maturandi orobici guardano alle agognate vacanze e all’università, con la speranza di iniziare il proprio percorso accademico a fianco di nuovi compagni di corso e con il ricordo di un esame, sotto tutti indimenticabile.

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