Durante i mesi del Covid-19, abbiamo subito un isolamento ancora peggiore di quello causato dal virus: un isolamento immateriale, quasi una condizione dello spirito. Era come se Bergamo fosse diventata una bolla, che galleggiava su di un oceano buio e tempestoso.
Questo ci ha ferito: il sentirci abbandonati, dimenticati da tutto e da tutti, nonostante che il nome della nostra terra ritornasse, ogni giorno, nei drammatici titoli dei telegiornali.
Anche le istituzioni hanno contribuito a questa desolante sensazione: nessun autentico segnale di vicinanza, nessuna presenza rassicurante. E, per noi che lavoriamo nel mondo della scuola, questo ha significato affidarci a nuove esperienze didattiche, percorrere un po’ alla cieca nuove strade, per cercare di mantenere viva la fiammella.
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Mercoledì 17 giugno, per noi del “Quarenghi” e, simbolicamente, per tutti quelli che, come noi, hanno cercato di fare del proprio meglio per non cedere alla pandemia, è venuto, finalmente il tanto atteso segnale di vicinanza dello Stato ai suoi uomini e alle sue donne, con la visita al nostro istituto, impegnato negli esami di maturità, del ministro Lucia Azzolina.
Una visita sobria, decisamente cordiale, con cui il capo del dicastero da cui dipende tutta la scuola italiana ha voluto portarci la testimonianza della sua stima e della sua riconoscenza.
Certo, come è inevitabile in queste occasioni, non sono mancati né i giornalisti né le forze dell’ordine e nemmeno la sovraesposizione di qualche presenzialista, che in questi casi non manca mai: tuttavia, l’impressione che ci ha fatto questa giovane donna, sulle cui spalle grava un peso formidabile, è stata quella di una persona gentile, semplice, sinceramente impegnata.
Per cominciare, ha colpito il suo aspetto fisico, tanto diverso dall’immagine veicolata dalla televisione e dai social: una donna normale, un’insegnante come tante altre. E, poi, da parte sua, nessuna frase altisonante: solo un timido accenno alla ripartenza, ma, soprattutto, parole di riconoscenza e di riconoscimento. Le parole che ci erano mancate in questi mesi.
Naturalmente, la scelta della nostra scuola, al di là del valore simbolico della trasferta bergamasca del ministro, ci ha riempito d’orgoglio: la ragione prima della scelta, naturalmente, è quella del gemellaggio in atto fra il “Quarenghi” e un istituto abruzzese, di cui si è già dato notizia sulle pagine di Bgnews, ma a noi piace interpretarla anche come il segnale che, con tutte le difficoltà del caso, la nostra scuola ha retto bene il colpo, non ha mollato.
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E, ora affronta il presente e il futuro con tutti gli strumenti necessari a garantire le attività scolastiche in sicurezza. Fossero anche la visita di un ministro.
Per questo, ci sentiamo di ringraziare Lucia Azzolina per il suo gesto e per le sue parole, che, a prescindere da ogni altra considerazione, ce l’hanno fatta sentire presente. Come deve essere un ministro con i propri dipendenti e con i cittadini per i quali opera.
E, adesso, al lavoro.
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