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Lettere

La lettera

Quando riaprirà l’ufficio postale della Malpensata?

Oriana Ruzzini, farmacista e consigliera comunale del PD a Bergamo, ha verificato il disagio per gli orari troppo ristretti dell'ufficio postale della Malpensata. E ha scritto una lettera rivolta a chi deve decidere in merito alle riaperture. 

Oriana Ruzzini, farmacista e consigliera comunale del Partito Democratico a Bergamo, residente nel quartiere della Malpensata e vicina ai problemi di chi abita qui, ha verificato il disagio per gli orari troppo ristretti delle Poste della zona. E ha scritto una lettera rivolta a chi deve decidere in merito alle riaperture. 

Quando riaprirà l’ufficio postale della Malpensata?

Questa è la domanda che mi pongono sempre più frequentemente i residenti del quartiere. A marzo l’ufficio ha chiuso perché interessato da casi di contagio, ma a oggi non ha ancora ripreso la sua attività abituale. Dopo opportune sanificazioni ed adeguamento alle normative ha infatti riaperto al pubblico il 19 maggio, ma a giorni alterni: il martedì, il giovedì e il sabato.

Inutile sottolineare come questa apertura a singhiozzo determini gravi disagi per chi debba stare in coda sotto il sole all’esterno, su un marciapiede stretto accanto alle auto che sfrecciano.

Il direttore dell’ufficio riferisce che le disposizioni sono queste e non si possa fare altrimenti. Non una sedia all’esterno per permettere alle persone anziane di sedersi, non la possibilità di dare tagliandini numerati per organizzare le attese.

Quaranta, cinquanta persone in coda sotto il sole tra bambini che piangono e anziani che svengono è la realtà attuale. Ed è intollerabile.

Parlare con il direttore di Filiale pare sia un’impresa impossibile. Chiamando gli uffici delle Poste centrali in via Locatelli si ottengono risposte evasive di dipendenti evidentemente provati dalle continue proteste, a cui va la mia piena solidarietà. “Non possiamo dare numeri di telefono diretti o indirizzi mail della Filiale. Non siamo autorizzati” è la risposta più esaustiva che ho ottenuto.

Chiedo con questa lettera aperta al direttore di Filiale e alle autorità competenti di porre rimedio a questo grave disagio che crea assembramenti proprio nel periodo storico in cui si invoca la distanza sociale. Se la tendenza di Poste Italiane è quella di non rimpiazzare il personale mancante altrove, facendo lavorare i dipendenti di Malpensata a giorni alterni anche in altri uffici, evidentemente deve rivedere le modalità operative. Ricevere su appuntamento, organizzare un’attesa confortevole, predisporre strumenti di sicurezza per consentire almeno l’entrata di più persone per volta.

Se gli impedimenti invece sono altri li renda pubblici, poiché l’ufficio postale è un servizio di cui il quartiere ha bisogno. E poiché si rivolge soprattutto alla fascia di popolazione più fragile, chiedo con i cittadini che si torni al più presto ad orari di apertura regolari, con l’efficienza che la popolazione merita.

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