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Bassa

Fontanella, lavoro irregolare ai migranti: sindaco chiede chiusura del centro

In seguito all’indagine che ha portato agli arresti domiciliari tre persone, tra cui padre Antonio Zanotti, fondatore della comunità Terra Promessa

Il sindaco di Fontanella Mauro Brambilla ha scritto al Prefetto di Bergamo Enrico Ricci per chiedere “in via cautelativa la revoca del contratto d’appalto in essere per la gestione dei richiedenti asilo e la chiusura immediata del centro di accoglienza Terra Promessa”.

Una richiesta che arriva in seguito all’indagine che martedì 16 giugno ha portato agli arresti domiciliari tre persone, tra cui padre Antonio Zanotti, fondatore della comunità e Anna Maria Preceruti e Giovanni Trezzi, rispettivamente presidente ed economo, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato attraverso l’acquisizione di erogazioni pubbliche non spettanti, sfruttamento del lavoro nero, riciclaggio ed altro.

Coop arresti

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Davide Palmieri (oggi in servizio alla Procura di Nocera Inferiore), hanno consentito di raccogliere elementi probatori certi a carico anche di ulteriori 38 soggetti, tutti indagati e destinatari di informazioni di garanzia, tra cui spiccano funzionari della Prefettura di Bergamo.

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“Questa richiesta – spiega il sindaco nella sua missiva – fa seguito alla notizia apparsa in data odierna sugli organi di stampa e relativa alle indagini riguardanti la cooperativa sociale “Terra Promessa”, che gestisce diverse strutture in cui sono inseriti dei richiedenti asilo e che hanno portato alla conferma di misure restrittive a carico di tre persone (fondatore, presidente ed economo), ai quali sono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, attraverso l’acquisizione di erogazioni pubbliche non spettanti, sfruttamento del lavoro nero, riciclaggio ed altro e all’iscrizione nel registro degli indagati di oltre 38 soggetti.

Coop arresti

Duro il commento di Daniele Belotti, deputato bergamasco della Lega: “I clamorosi sviluppi dell’inchiesta sulla Cooperativa guidata da Padre Attilio Zanotti che da anni gestisce l’ospitalità dei richiedenti asilo in varie località della Bassa bergamasca, sono elementi chiari per revocare immediatamente, in via cautelativa, da parte della Prefettura tutti i contratti/appalti in essere con la Cooperativa Rinnovamento. Ricordiamo che solo presso l’Oasi di Antegnate sono presenti un centinaio di migranti e altre 17 donne a Fontanella”.

“Più volte negli anni scorsi – continua Belotti – la Lega ha denunciato l’operato di una realtà che negli anni ha riempito i paesi della pianura di richiedenti asilo, arrivando a organizzare anche presidi a Fontanella, in occasione della violenza sessuale a una mediatrice culturale, e davanti alla sede di Antegnate. Ci siamo presi accuse di razzismo e xenofobia solo perchè parlavamo di speculazione e guadagni facili sull’ospitalità dei profughi. Ora, forse, alla luce di quanto sta emergendo, si può dire che la Lega non era fuori strada. Purtroppo”.

Sulla questione è intervenuta anche Diakonia Onlus che, “con riferimento alle indagini circa possibili irregolarità nella gestione dell’ospitalità dei richiedenti asilo e presunti illeciti finanziari – si legge in una nota – dichiara la totale disponibilità verso la Magistratura affinché possa svolgere le indagini su una questione alquanto complessa nella quale si è sempre mossa con tracciabilità e rendicontazione, in uno stile di pronta collaborazione con le istituzioni dello Stato e le forze dell’ordine. L’accoglienza da parte di Diakonia si inserisce nell’orizzonte più ampio di uno spirito ecclesiale ed evangelico che rende – come indicato dal Vescovo di Bergamo – responsabili di fratelli la cui storia sofferta ci chiede solidarietà, giustizia e fratellanza. Si ribadisce quindi piena fiducia nell’opera inquirente, così che possa essere dimostrato a garanzia che l’agire è stato svolto con trasparenza e in risposta collaborativa alle istituzioni, per il bene dei migranti e della società bergamasca che si è trovata a rispondere a questa urgenza”.

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