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Bergamo segreta

La chiesa dei Santi Fermo e Rustico, uno scorcio di paradiso nel centro di Sombreno

Nuova puntata della rubrica domenicale di BGY che fa tappa nell'hinterland orobico

Ricostruire la storia dei santi è spesso un’impresa ardua, fra reliquie trafugate e leggende mai confermate.

Le vite di san Fermo e Rustico non fanno eccezione come dimostrano le diverse tradizioni sorte nel corso dei secoli, fra le quali spicca quella del “Martirologio Romano” che avrebbe ambientato le vicende dei due martiri nel Nord Africa.

Secondo due documenti, la “Translatio ss. Firmi et Rustici” (seconda metà dell’VIII secolo) e il “Ritmo Pipiniano” (VIII-IX secolo), Fermo e Rustico avrebbero avuto origine bergamasca, venendo decapitati per fede fuori dalle mura di Verona durante l’impero di Massimiano.

Le strade dei due santi si sarebbero però incrociate nei pressi di Sombreno dove Rustico avrebbe incontrato il cugino Fermo, diretto al tribunale di Milano per esser giudicato.

Deciso a seguire le sorti del discepolo di Sant’Alessandro, il patrizio orobico si dichiarò anch’esso cristiano, venendo a sua volta arrestato e condotto nella cittadina meneghina.

Secondo quanto riportato da don Francesco Gavazzeni, il medesimo luogo ospiterebbe l’attuale parrocchiale, menzionata per la prima volta in un atto notarile del 1425 di oggi rimane soltanto un affresco con San Rocco, Sant’Anna e la Vergine.

Ricostruita nel Cinquecento, l’edificio ottenne maggior prestigio a partire dal 1533 con l’arrivo del nuovo parroco don Battista Solerio che decise di spostare la propria residenza dalla chiesa di Santa Maria Nascente alla nuova struttura.

A rafforzare questa tesi vi sarebbe anche la visita pastorale del vescovo di Bergamo Vittore Soranzo che nel 1550 avrebbe consacrato lo stabile dove da tempo si svolgevano le principali funzioni religiose.

Il declino dell’antica chiesa arroccata sul monte proseguì anche nel Seicento con il trasferimento al piano del polittico realizzato nel 1543 da Giovanni Galizzi o De Vecchi da Santacroce raffiguranti san Fermo, la Madonna con il Bambino e san Rustico.

Sostituito nel 1672 da una pala d’altare dipinta da Antonio Zanchi e dedicata alla Natività di Maria, il polittico venne restaurato Lelio Bonetti e riposizionato solo nelle componenti principali che attualmente sono conservate all’Accademia Carrara e nella collezione Agliardi, ad esclusione della cimasa custodita in sacrestia.

L’immobile posto ai piedi dei Colli di Bergamo visse il periodo di massimo splendore nel XVIII secolo quando si optò per il totale rifacimento di esso, ampliandolo nella zona circostante e disegnando l’attuale aspetto.

A caratterizzare la facciata sono le linee mosse ed eleganti che la contraddistinguono, i cornicioni che la dividono orizzontalmente e le lesene che separano il corpo centrale dalle altre sezioni, fra le quali la Cappella del Sacro Cuore, costruita nel corso dell’Ottocento.

Nella parte superiore dominano invece le tre statue in arenaria rappresentanti i due patroni e la Vergine Assunta con una corona di dodici stelle.

Varcando l’ingresso è possibile notare una struttura a navata unica decorata da alcune tele come la “Madonna in gloria con il Bambino, San Gaetano da Thiene, San Fermo e San Carlo Borromeo” di Cristoforo Tasca, la “Fuga in Egitto” e l’“Annunciazione” attribuita ad Amisani.

Muovendosi verso l’abside è possibile osservare due altari laterali in muratura dipinta e rispettivamente ornati da una raffigurazione del “Transito di San Giuseppe” e da una “Deposizione dalla croce”.

Il presbiterio presenta l’altare maggiore coronato da marmi policromi dietro il quale è visibile un coro ligneo sovrastato dalla tela centrale di Francesco Polazzo affiancata dalle due realizzate da Gaetano Peverada delineanti alcuni episodi della vita di San Fermo.

L’opera del pittore veneziano ritrae la “Madonna in gloria col Bambino, San Giovannino e angeli, Santi Fermo e Rustico e il canonico Giovanni Pesenti” il quale commissionò il dipinto.

La storia della chiesa dei Santi Fermo e Rustico si concluse nel corso del Novecento quando vennero portati a compimento gli ultimi interventi strutturali che nel 1934 coincisero con la definitiva consacrazione.

Fonti

Luigi Pagnoni; Chiese parrocchiali bergamasche : appunti di storia e arte; Bergamo : Monumenta Bergomensia, 1979

Carlo Traini; Leggende bergamasche; Bergamo; Il Conventino; 1979

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