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La polemica

Test gratuiti a Bergamo: il sindaco di Treviglio se la prende, ma il Pd attacca lui

L'amarezza di Juri Imeri: "Non ne hanno mai parlato ai tavoli istituzionali, potevano coinvolgerci". E dall'opposizione arriva la frecciata di Laura Rossoni: "L'amministrazione pensi a replicare l'iniziativa"

Non è piaciuta al sindaco di Treviglio Juri Imeri l’iniziativa presentata giovedì 11 giugno da Comune di Bergamo e Regione Lombardia. O meglio, non ha apprezzato il modo in cui è stato partorito il progetto che porterà 50mila cittadini a effettuare i test sierologici in modo gratuito: “Sia io che gli altri colleghi sindaci del consiglio di rappresentanza abbiamo scoperto questa iniziativa leggendola sui giornali – spiega il primo cittadino -. La domanda sorge spontanea: perché nessuno ne ha mai parlato ai tavoli istituzionali? Avremmo potuto essere coinvolti anche noi se c’erano questi esami a disposizione”.

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“Se Humanitas, Habilita e altri privati avevano intenzione di fare questo investimento potevano estendere il progetto anche al di fuori della città di Bergamo – continua Imeri -, l’avremmo preso in considerazione. La modalità scelta, invece, non l’ho trovata molto corretta. A Treviglio restiamo comunque scettici di fronte a queste campagne massive che non danno la priorità ad alcune categorie che, anche durante il lockdown, hanno dovuto continuare a lavorare”.

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Ma dalla minoranza arriva la classica frecciatina: il capogruppo del Partito Democratico al consiglio comunale di Treviglio Laura Rossoni, che a fine maggio aveva presentato una mozione (bocciata) che proponeva proprio l’avvio dei test sierologici sul territorio, torna a farsi sentire. “L’iniziativa di Bergamo e della Val Seriana può essere replicata anche da noi, serve solo la volontà politica di farlo – attacca -. Siamo consapevoli del fatto che il nostro è un progetto impegnativo, che richiede il coinvolgimento di un laboratorio abilitato, l’individuazione di spazi idonei all’aperto e un numero considerevole di volontari per la gestione del flusso delle persone da testare. Ma il caso di Bergamo dimostra che tutto questo non è fantascienza”.

“L’amministrazione comunale tace e latita – continua Rossoni -. Il sindaco di Bergamo, invece, ha capito che solo con un’indagine seria tra la popolazione è possibile emergere gli asintomatici, bloccare i contagi e avere informazioni utilissime per prevenire il possibile ritorno della malattia: per questo ha messo a disposizione diversi luoghi in città attrezzati per i prelievi e da lunedì 15 giugno verranno effettuati 2mila test al giorno, con la garanzia del tampone entro 48 ore per i positivi. Come ripetiamo oramai da oltre un mese, anche Treviglio deve organizzarsi per garantire ai suoi cittadini il test sierologico gratuito e l’eventuale tampone per i positivi in tempi certi. Ma l’amministrazione sostiene che deve attenersi alle regole sanitarie dettate da Regione Lombardia e Ats, quindi resta ferma”.

“Questa iniziativa serve anche a Treviglio. Solo così – conclude Laura Rossoni – l’amministrazione comunale può avere a disposizione dati fondamentali per la gestione e la prevenzione del contagio e potrà intervenire attivamente per la tutela dei suoi cittadini”.

 

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