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Il documento

Bergamo Bene Comune contro l’Amministrazione: “Turismo di cultura per la ripartenza”

Il comitato aderisce all’appello "Firenze Popolare" promosso, fra gli altri, dall’urbanista Vezio De Lucia e dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, sottoscrivendolo e lanciando a sua volta un appello

Il comitato Bergamo Bene Comune aderisce all’appello “Firenze Popolare” promosso, fra gli altri, dall’urbanista Vezio De Lucia e dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, sottoscrivendolo e lanciando a sua volta un appello per il futuro della città di Bergamo: “BERGAMO PER TUTTI – Per un futuro diverso”.

L’obiettivo dell’iniziativa è aprire una riflessione seria su ‘quale futuro per Bergamo’. Per provare a uscire tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno, dalla profonda crisi che sta segnando il nostro territorio, affrontandola insieme, nell’interesse della città e di tutti i suoi cittadini. Perché il futuro di una città vivibile si costruisce su, e con, i suoi residenti.

Ecco il documento con le adesioni finora raccolte:

L’epidemia di Covid-19 ha reso le città spettrali mandando all’aria modelli di sviluppo locale che, di fronte all’emergenza, hanno dimostrato tutta la loro debolezza. Modelli che, ben lontani dal creare sviluppo equamente distribuito per tutti i cittadini, hanno mostrato il volto bieco del consumo di risorse e beni comuni per il bene di pochi.

Anche Bergamo non fa eccezione e negli ultimi anni ha molto investito sulla crescita di un turismo che può ben essere definito di massa, innescando il fenomeno dell’erosione delle abitazioni disponibili per la residenza e quello dell’overtourism, evidente soprattutto nella città antica.

Bergamo è ora una città in ginocchio, come tante altre città. Una moltitudine di imprenditori, ma soprattutto di lavoratori e lavoratrici – obbligati già nell’epoca delle vacche grasse alla partita Iva o a contratti parziali e temporanei, quando non del tutto in nero – si ritrova prostrata e bisognosa di aiuto per far fronte al presente e ad
un futuro denso di incognite.

È questo il momento di pensare al ‘dopo’, ad una ripartenza su basi diverse, più eque e sostenibili. È il momento per cambiare la nostra città, perché Bergamo non torni a percorrere il modello insostenibile e gli errori del ‘prima’.

Le vie e le piazze della città svuotate dal Coronavirus siano un nuovo punto di partenza, un’occasione per ripensare il turismo e rilanciarlo in chiave realmente sostenibile per tutti: un turismo di cultura e non massificato, in grado di valorizzare appieno la bellezza e la storia della città e le sue caratteristiche vere e vive anziché svilirla e consumarla,
salvaguardandone al tempo stesso la vivibilità per i suoi cittadini.

L’amministrazione pare intenzionata ad agire in continuità con le politiche finora perseguite – che hanno portato alla situazione attuale – senza costruire una visione di prospettiva e, ancor peggio, senza alcuna apparente consapevolezza del grande rischio di riproporre in peggio gli errori sin qui commessi. Riteniamo che la spettacolarizzazione della città non sia la strada da percorrere. Che una città-vetrina per vendere la città stessa non sia la soluzione.

Tornare a perseguire e, anzi, incrementare le politiche del pre-Covid significa condannare definitivamente la città alla speculazione e alla mercificazione di ogni residuo spazio sociale, politico e culturale, oltretutto esponendola ancor di più al rischio che tragedie come quella che stiamo vivendo si ripetano (facciamo presente che, anche solo dal punto di vista sanitario, una ricettività capillarmente diffusa nelle abitazioni e poco controllabile – perché parzialmente sommersa – come quella che è stata il trend degli ultimissimi anni, potrebbe contribuire non poco allo scoppio di nuovi focolai) trovandoci senza paracadute.

Crediamo che Bergamo meriti un futuro più solido e sostenibile di quello basato su una mera restaurazione del periodo pre-pandemico, e che abbiamo il dovere di cominciare a costruirlo insieme già da ora.

Riteniamo che ai necessari interventi di sostegno al reddito debba affiancarsi un coraggioso programma di riconversione delle filiere basate unicamente sul turismo. Un programma in grado di rafforzare il tessuto sociale della nostra città, liberandone gli spazi e le energie, investendo su ricerca, sanità, cultura e formazione, manifattura e artigianato, e soprattutto sulla difesa e sul recupero in chiave sostenibile del territorio e dell’ambiente. Un programma che non lasci indietro nessuno e tolga ragione d’essere alle contrapposizioni coinvolgendo tutte le forze sociali, culturali ed economiche della città in un patto di responsabilità reciproca con le istituzioni, vincolando gli aiuti al salvataggio dei posti di lavoro, alle verifiche contrattuali, alla correttezza fiscale, alla sostenibilità ambientale e sociale, al recupero per una fruizione condivisa dei beni pubblici. Il futuro di una città vivibile si costruisce su, e con, i suoi residenti.

USCIRNE, INSIEME.
È per noi l’unica strada percorribile per rifondare una città che sia davvero aperta e ospitale per chi ci vive e per chi vorrà venire a visitarla. Per una città popolare e popolata da tutti, anche nel centro storico. Una città dei e per i suoi cittadini, una città di e per tutti.

Comitato Bergamo Bene Comune

Associazione per Città Alta e i Colli di Bergamo
Associazione Maite – Città Alta Social Club
comitato NoParkingFara
circolo Barrio Campagnola
Associazione Progetto Firenze
Movimento Bergamo Agenda 2030
Teresa Arslan, Cristina Bartolotta, Simona Barzaghi, Regina Barzon, Giuseppe Cattaneo, Luigi Cattaneo, Gabriella Duse, Sem Galimberti, Grazia Galli, Enrico Masseroli, Valeria Milesi, Cornelio Montalbetti, Rosangela Moriggi, Anna Pacchiani, Luca Panseri, Giulia Pecis Cavagna, Pierluigi Piantanida, Attilio Pizzigoni, Maria Rizzo, Valeria Rossi, Rita Rota, Massimo Vecchi, Maria Luisa Vismara

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