Stando alle ultime informazioni, i pm di Bergamo che indagano sulla mancata istituzione della zona rossa nella bassa Valseriana dovrebbero essere venerdì mattina a Palazzo Chigi per sentire il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, come persona informata sui fatti.
Dopo aver ascoltato sia il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che l’assessore al Welfare Giulio Gallera (ma anche una serie di tecnici, tra cui l’ex direttore generale del Welfare Luigi Cajazzo, nei giorni scorsi spostatao dall’incarico) e il presidente della Confindustria lombarda Marco Bonometti, la procura bergamasca, guidata da Maria Cristina Rota che in tv aveva parlato di responsabilità del governo sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro , ora passa agli esponenti del Governo: il presidente del Consiglio e i ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, e i referenti del pool di tecnici, dall’Istituto superiore di sanità (Iss) al Consiglio superiore di sanità (Css). Giovedì Franco Locatelli, presidente del Css, ha dichiarato ad Agorà “Noi abbiamo sollevato l’attenzione sulle aree dove c’era il numero maggiore di casi e sono state fatte, con una tempistica stringente e non perdendo assolutamente tempo, tutte le analisi che hanno permesso al decisore politico di fare le scelte del caso”.
Dal canto suo Conte si è detto “niente affatto preoccupato. Il mio – ha spiegato – non è un atteggiamento di arroganza o di sicumera, ci confronteremo venerdì e riferirò tutti i fatti di cui sono a conoscenza in piena serenità. Ogni volta che ho preso una decisione è stata difficile, dietro tanti morti e tante persone che hanno sofferto, ma io sono sereno, ho agito con coscienza e sono stato affiancato, oltre che dai ministri, da esperti e abbiamo cercato di fare tutto il possibile per salvaguardare la comunità nazionale”.
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