Al Comune di Bergamo hanno chiesto di realizzare un estivo al Parco della Crotta, ma la loro richiesta è stata rigettata. “L’abbiamo fatto per una questione di sopravvivenza del Circolo, chiuso da più di tre mesi – spiegano i gestori del Maite Bergamo Social Club, situato di fronte all’ex carcere di Sant’Agata in Città Alta -. Gli spazi sono semplicemente troppo piccoli e senza alcun esterno utilizzabile. Tutto ciò mette a rischio la sopravvivenza dell’associazione che non può garantire la copertura delle spese relative ad affitto, utenze e mutui”.
Quello del Parco della Crotta è l’unico dei sei spazi inclusi nel bando per l’utilizzo degli spazi pubblici in estate che non è stata concessa ad alcun locale. Questo perché a Palafrizzoni era arrivata “una richiesta da un circolo/associazione privata, pertanto non rispondente ai parametri stabiliti dal bando, rivolto a esercenti di attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti, trattorie, ecc)”. Secondo il parere della commissione che ha vagliato le richieste, il Maite sarebbe un “circolo privato con possibilità di somministrazione ai soli iscritti e pertanto privo del requisito del possesso di una unità locale per l’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico indifferenziato”.
I gestori del Maite però sono convinti che si tratti di un equivoco (“grosso come un parco”, scrivono ironicamente sui social) e di essere stati esclusi a priori. “Non è chiaro quali siano i parametri stabiliti dal bando – sostengono -. Non ci pare però che siano specificati. Sottolineiamo però che le associazioni di promozione sociale, come la nostra, hanno possibilità di fare somministrazione al pubblico, aprendo partita Iva e svolgendo quindi attività commerciale, come già in passato ci è capitato di fare. Esattamente quello che avremmo fatto in caso di assegnazione”.
Ma la bizzarria, secondo il Maite, “si palesa di fronte al fatto che il Parco della Crotta nemmeno sia stato chiesto da altri. Addirittura si ritiene preferibile lasciarlo vuoto con una logica veramente incomprensibile. Vogliamo credere che sia un errore o un’incomprensione in qualche modo risolvibile e chiediamo pubblicamente che l’amministrazione provveda ad una revisione della valutazione del progetto presentato”. Il Comune si è detto pronto a sedersi al tavolo e parlarne.
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