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I dati inail

Coronavirus, Bergamo città martire anche per i decessi sul lavoro: 25

Un altro record negativo a livello nazionale

Il 30,4% delle 16.700 infezioni comunicate nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma il primato negativo dei casi mortali, con 25 decessi, è della provincia di Bergamo. È quanto emerge dal quarto report nazionale sulle infezioni di origine professionale denunciate all’Inail.

Guarda qui il report

Alla data del 31 maggio sono stati registrati circa 3.600 casi di contagi da Covid-19 in più, sul lavoro, rispetto al monitoraggio precedente del 15 maggio. L’analisi per professione evidenzia la categoria dei tecnici della salute come quella più coinvolta da contagi, con circa l’84% relativa a infermieri.

Il 71,7% dei contagiati sono donne e il 28,3% uomini. L’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi.

Più della metà delle denunce (55,8%) e quasi sei casi mortali su dieci (58,7%) si segnalano nel Nord-Ovest. La Lombardia, in particolare, si conferma la Regione più colpita con il 35,5% delle denunce di contagio sul lavoro e il 45,2% dei decessi.

Il settore della sanità e dell’assistenza sociale registra, insieme agli organismi pubblici preposti alla sanità, l`81,6% delle denunce (e il 39,3% dei casi mortali). Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (industria alimentare, chimica e farmaceutica), le attività di alloggio e ristorazione e il commercio.

Le reazioni

Danilo Mazzola, segretario Cisl Bergamo

“I dati resi noti da Inail ci mostrano ancora di più come l’emergenza sanitaria da Covid 19 abbia segnato profondamente la nostra provincia, la più esposta anche dal punto di vista lavorativo. Nei mesi più difficili della pandemia, donne e uomini dedicati alla sanità, all’assistenza, ai servizi e al commercio sono stati i più esposti al rischio contagio e purtroppo in troppi casi hanno sacrificato la loro vita per il bene di tutti. A questi lavoratori dobbiamo riconoscenza e ai loro familiari il massimo delle tutele che l’Inail può mettere a disposizione. A Bergamo si contano 2.255 le denunce di infortunio da Covid, il 13,5% delle regionali 1.640 donne, 615 uomini. Le età più coinvolte sono nella fascia da 50 e 64 anni (1.125) e da 35 a 49 (807).

Angelo Chiari e Roberto Rossi, Cgil Bergamo

I lavoratori del settore sanitario e dell’assistenza hanno dovuto operare spesso con insufficienti dispositivi di protezione individuali, o perfino senza. Addirittura, come abbiamo sentito denunciare dai diretti interessati, in qualche caso gli è stato imposto di non indossare le mascherine per non spaventare i pazienti e gli utenti. Esprimendo il profondo cordoglio di tutta la Cgil di Bergamo per le 25 morti bianche, chiediamo che vengano appurate sino in fondo le eventuali responsabilità e negligenze che possono aver messo a rischio la vita dei lavoratori, e di conseguenza delle loro famiglie e degli altri pazienti. Infine ci sembra ora necessario che l’Inail riconosca nel più breve tempo possibile le tutele e le indennità previste per gli infortunati vittime dell’epidemia. Le persone che hanno già pagato un prezzo molto alto per il loro servizio alla comunità meritano tutto l’impegno possibile”.

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