L’emergenza Covid in Bergamasca ha colpito molto più che in altre zone italiane ma anche del resto del mondo. Immagini come quelle dei mezzi dell’Esercito che portavano via le tante salme nei giorni più caldi, hanno varcato i confini nazionali suscitando ovunque un doloroso clamore. Tanto che il caso della nostra città sta facendo notizia persino in Norvegia e addirittura a Taiwan.
Mercoledì 10 giugno in procura a Bergamo per la presentazione degli esposti del comitato “Noi denunceremo” c’erano anche giornalisti arrivati apposta dal Paese scandinavo e dalla Repubblica di Cina.
Insieme ai tanti inviati da tutta Italia hanno raccolto le toccanti testimonianze delle famiglie delle vittime, per mostrare anche ai loro connazionali, nel modo più emblematico, la drammaticità della situazione.
Marte Christensen è un’inviata di Aftenposten, il maggior quotidiano norvegese per diffusione, con sede a Oslo. “Siamo qui per documentare in prima persona e per raccogliere le storie di chi ha perso un proprio caro”, spiega ancora scossa dopo aver ascoltato alcune delle vicende di chi ha perso un proprio caro.
“Se a Roma non hanno capito cosa sta succedendo, figuriamoci in Norvegia. Siamo curiosi di capire perché proprio qui a Bergamo è andata così male”.
Dietro alla sua chioma bionda spunta una ragazza con gli occhi a mandorla. Si chiama Cheng Chien-Yi e scrive per News&Market, un giornale di Taiwan. Scatta foto, registrare i racconti e chiede incuriosita. Per ragioni professionali non può farsi fotografare e rilasciare dichiarazioni, ma già la presenza di una giornalista proveniente dal Paese in cui è partita la pandemia, è emblematico di quanto il caso Bergamo abbia colpito tutto il mondo.
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