Il senso di abbandono e di rabbia non si placano. La ferma volontà ad ottenere giustizia ancora meno. La gente di questo territorio, il Basso Sebino, pesantemente colpito dalla pandemia da Covid-19, continua a far sentire il proprio grido.
Questa volta non attraverso cori fuori da una Procura, ma con teli bianchi dagli slogan forti e incisivi, posti su un ponte che congiunge due province. Il teatro è quello del ponte di Sarnico-Paratico, passerella che divide, e allo stesso tempo unisce, le province di Bergamo e Brescia. Qui nei giorni giorni, accanto al già presente striscione Bergamo-Brescia, divisi sugli spalti uniti nel dolore, ne sono comparsi altri, dai toni accesi.
L’invettiva che non fa sconti è opera del Progetto EcoSebino, un gruppo informale di cittadini, costituitosi da circa un anno e composto da una ventina di persone, che svolge attività ambientali e sociali nella zona con il fine di sensibilizzare e di apportare cambiamenti riguardo le due tematiche. In particolare nell’ultimo anno si sono fatti promotori di camminate lungo le sponde del lago con l’obiettivo di pulirne le rive. Munite di sacchi, oltre un centinaio di persone si sono unite a loro nella raccolta dei rifiuti, tra cui gli scarti della gomma, una delle principali piaghe ambientali del Sebino.
Giuseppe Locatelli, residente a Castelli Calepio e uno dei principali attivisti di Progetto EcoSebino, motiva le ragioni della loro contestazione. “Da parte nostra sentivamo una grande esigenza: la nostra rabbia, il nostro dolore e i nostri lutti non potevano tacere ancora per molto: Regione e Governo, sudditi di Confindustria, hanno letteralmente abbandonato la nostra gente al proprio destino. Ancora oggi non riescono a garantire gratuitamente tamponi e test”.
E conclude: “Abbiamo deciso di lasciare un messaggio nell’attesa che ci siano le condizioni per lanciare un nostro evento che abbia come obiettivo l’elaborazione collettiva di quanto avvenuto”.
L’evento cui fa riferimento è una nuova camminata, che dovrebbe tenersi a fine giugno, proprio fra Sarnico e Paratico, attraverso quel ponte dove hanno apposto i loro striscioni. “Vogliamo esprimere il nostro dissenso sulla gestione sia governativa che regionale di questa vicenda, dando voce alla rabbia e al dolore di chi è stato in prima linea, e di quelle fasce più deboli della popolazione che in questa situazione ci hanno rimesso di più”.
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