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L'anniversario

Esercito, i 187 anni del corpo sanitario: in prima linea a Bergamo contro il Covid

Il personale medico e infermieristico del Corpo Sanitario dell’Esercito durante l'emergenza ha alleggerito il carico di lavoro di medici e infermieri delle aree più colpite.

Il Corpo Sanitario dell’Esercito che trae le sue radici dal preesistente servizio Sanitario Militare dell’Esercito, giovedì 4 giugno compie 187 anni di storia e valore dimostrato sul campo.

Una lunga storia in cui il personale del Corpo si è sempre distinto per abnegazione, spirito di sacrificio e dedizione soccorrendo e curando i combattenti e condividendo con loro la buona e l’avversa sorte.

Un’epopea in cui, dalle ambe etiopi alle trincee del Carso, dalle sabbie del deserto africano alle desolate steppe della Russia, il sangue dei suoi uomini si è mischiato con quello di altri valorosi soldati.

medici esercito

Il ruolo strategico svolto con impegno e professionalità dagli uomini e le donne del Corpo Sanitario dell’Esercito, sempre in prima linea nel salvare vite umane e nel limitare al minimo le conseguenze dei traumi e delle ferite nei Paesi in cui operano le Forze Armate Italiane, rappresenta oggi più che mai una risorsa preziosa da schierare a supporto del più ampio contesto del Servizio Sanitario nazionale per qualsiasi emergenza che abbia risvolti sanitari.

Ne è testimonianza l’emergenza appena vissuta tesa a contrastare e contenere la diffusione del Covid-19, in cui il Corpo Sanitario dell’Esercito ha dato ampia dimostrazione di essere sempre pronto e reattivo ad affrontare qualsiasi sfida, con piena efficacia e professionalità.

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Infatti, sin dai primi momenti della diffusione del Coronavirus, il personale medico e infermieristico del Corpo Sanitario dell’Esercito è stato mobilitato per supportare il rientro di nostri connazionali dall’estero, per la creazione di circa 3500 posti letto e per essere dispiegato in varie strutture sanitarie del nostro Paese, dove con grande impegno e sacrificio ha alleggerito il carico di lavoro di medici e infermieri delle aree più colpite, soprattutto in Lombardia, nelle province di Lodi, Bergamo e Milano.

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Nel pieno dell’emergenza, erano oltre 250 i sanitari con le stellette schierati anche in presidi sanitari remoti come Castelnuovo Bocca d’Adda, Somaglia, Codogno e Casalpusterlengo, località dove a causa del Covid-19 intere aree erano rimaste senza assistenza sanitaria.

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Inoltre, il grande supporto fornito dal Corpo Sanitario dell’Esercito all’emergenza, è rappresentato dall’allestimento in tempi record di due Ospedali da Campo rispettivamente a Piacenza e Crema e dal grande lavoro del personale del Centro Ospedaliero Militare di Milano e del Policlinico Militare del Celio, quest’ultimo divenuto Covid-Hospital da 150 posti letto.

Un grandissimo contributo dato al nostro Paese anche con il trasporto multimodale di pazienti affetti da questo terribile virus.

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