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Recovery fund

Dall’Unione europea all’Italia 173 miliardi, 82 a fondo perduto

In tutto 750 miliardi di euro, che dovrebbero essere divisi in questo modo: 500 miliardi sotto forma di sovvenzioni, e quindi a fondo perduto, e 250 miliardi sotto forma di prestiti

Dopo mesi di richieste, dinieghi, proposte, incontri, mentre l’Europa e in particolare l’Italia era alle prese con l’evento peggiore dal Dopoguerra, finalmente sembra che l’UE abbia messo in campo un’iniziativa di sostegno di peso, concreta e di grande aiuto per i Paesi in difficoltà, a cominciare proprio dall’Italia, lo Stato più colpito dalla pandemia da Covid-19.

Durante la seduta plenaria di mercoledì dell’Europarlamento la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, ha presentato ufficialmente il recovery fund (ribattezzato in “Next Generation Eu”), ossia il fondo di ripresa associato al bilancio a lungo termine dell’Unione Europea (2021-2027).

Il recovery fund è ancora più generoso rispetto a quello immaginato dal presidente francese Emmanuel Macron e della cancelliera tedesca Angel Merkel.

Si parla, infatti, non di una dotazione di 500 miliardi di euro, ma di 750 miliardi di euro, che dovrebbero essere divisi in questo modo: 500 miliardi sotto forma di sovvenzioni, e quindi a fondo perduto, e 250 miliardi sotto forma di prestiti. Proposta che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte commenta così su Twitter: “Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia”.

Anche se ancora si parla espressamente di una proposta, visto che ancor prima di essere realizzato il recovery fund deve essere approvato dai 27 paesi membri (e per questo bisognerà attendere il prossimo vertice europeo che dovrebbe andare in scena a metà giugno), secondo le indiscrezioni riportate da Reuters, l’Italia dovrebbe essere il paese che godrà della fetta maggiore.

Nel dettaglio, il governo italiano potrebbe ricevere in totale 173 miliardi di euro: 82 a fondo perduto (complessivamente più delle risorse finanziarie impegnate per il decreto Cura Italia e per quello Rilancio), 91 in prestiti.

La Spagna, che insieme all’Italia è uno dei paesi europei più colpiti dal coronavirus, dovrebbe invece ricevere la seconda quota più alta: 140 miliardi di euro (77 di sovvenzioni e 63 di prestiti). La Polonia risulterebbe il terzo paese con 63,8 miliardi. Francia e Germania, invece, dovrebbe ricevere, in termini di sovvenzioni, meno della metà dell’Italia: rispettivamente 38,7 e 28,6 miliardi di euro

Cos’è il recovery fund (o il “Next Generation Eu”)

È un fondo che si aggiungerà a un Quadro finanziario pluriennale (Qfp) che è stato riveduto a 1.100 miliardi, arrivando così ad un totale di 1.850 miliardi. Bisogna ricordare che a questa cifra vanno sommati i 550 miliardi delle misure già approvate, spiega Massimiliano Carrà su Forbes Italia: Mes light, Sure per la disoccupazione e fondi Bei. Ciò significa che il piano europeo per la ripresa si attesta a circa 2.400 miliardi di euro.

Entrando più nel dettaglio, il recovery fund, sarà finanziato direttamente dai mercati tramite le emissioni di obbligazioni proprio da parte della Commissione europea. Ciò significa che a essa saranno affidati nuovi poteri di finanziamento che, fino ad ora, sono limitati alla Banca europea degli investimenti e al Mes. È importante evidenziare che i titoli avranno scadenze diverse, ma l’impegno è di rimborsarli entro il 2058 e non prima del 2028.

Inoltre, Ursula Von der Leyen ha lanciato un importante segnale ai paesi membri per ripagare il debito, dichiarando che “la Commissione proporrà poi nuove forme per il recupero dei fondi, sul commercio delle emissioni o con una tassa sull’emissione di CO2 oppure pensiamo a una tassa sul digitale. Chi genera miliardi di utili dovrà versare un contributo per il bene comune”.

Quanto al suo funzionamento, la proposta della Commissione guarda pressoché al futuro. Le risorse, infatti, dovranno essere utilizzate non solamente per il rilancio, ma soprattutto per modernizzare l’attuale sistema economico. Ciò significa che le priorità saranno due pilastri ben precisi: digitale e ambiente.

Proprio per questo, come spiegato dal vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ogni paese membro dovrà presentare un proprio piano nazionale che sarà valutato da Bruxelles. In sintesi, l’uso dei fondi del Next Generation Eu sarà strettamente legato alle misure nazionali e alle raccomandazioni specifiche per paese.

Un mega taglio delle tasse?

Una delle ipotesi sul tavolo dell’esecutivo è quella di usare parte dei fondi che arriveranno per un corposo taglio fiscale.

Un’ipotesi che Luigi Di Maio mette nero su bianco, e che viene accarezzata, anche se non in modo ufficiale anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che definisce quella della Commissione “una proposta all’altezza della sfida e della necessità di sostenere il rilancio dell’economia con strumenti e risorse comuni. Un passo avanti storico, ora lavoriamo per adottarla rapidamente”.

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