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Roberta villa

Contagi in calo, il virus si è indebolito? “Tanti fattori in campo, non è certa la mutazione”

Abbiamo chiesto alla giornalista e divulgatrice scientifica bergamasca un parere sull'andamento dell'epidemia e sulla possibilità che il virus sia diventato meno aggressivo

“La curva dei contagi sta scendendo ma non sappiamo ancora con certezza se il virus sia mutato”. Così la giornalista e divulgatrice scientifica bergamasca Roberta Villa, laureata in medicina e chirurgia, commenta l’andamento dell’epidemia del Coronavirus e la possibilità che Covid-19 sia diventato meno aggressivo.

In questi giorni si sono apprese notizie incoraggianti: è calato il numero dei nuovi casi ma anche quello dei decessi, dei ricoveri e dei pazienti in terapia intensiva. Abbiamo chiesto alla dottoressa Villa un parere per capire meglio la situazione.

Sembra che l’epidemia stia rallentando: il virus si sta indebolendo?

Il numero dei contagi sta diminuendo in maniera drastica, ma si stanno riducendo anche gli accessi in ospedale e in terapia intensiva. Sicuramente la curva dell’epidemia sta scendendo, però che il virus si stia indebolendo non è una conseguenza logica e inevitabile: ci sono molte ragioni che possono determinare questo calo.

Ci spieghi

Il lockdown è stato sollevato da un paio di settimane nella sua forma più severa, ma le attività sono riprese con tutta una serie di cautele e distanze che non riproducono le condizioni che avevamo in precedenza: non abbiamo lo stesso tipo di scambio di contatti di prima. Inoltre, bisogna considerare ciò che ha evidenziato l’epidemiologo Vittorio Demicheli, cioè che le persone più fragili purtroppo sono già state colpite: il virus, soprattutto nelle zone dove è circolato in maniera così aggressiva, si è già abbattuto sui bersagli più facili. Un altro fattore che potrebbe intervenire è di carattere ambientale.

Cioè?

È stato pubblicato uno studio che conferma che i raggi ultravioletti dovrebbero almeno in parte uccidere il virus. Non dobbiamo dimenticare, però, che la maggioranza dei contagi avviene negli ambienti chiusi e non all’aperto, proprio per questa ragione. E non è tutto: molti stanno continuando a fare smartworking, le scuole sono chiuse e tante persone non utilizzano i mezzi pubblici… parecchie abitudini sono cambiate e sicuramente riducono la diffusione del Covid. Non sappiamo, però, se il virus sia mutato. Il virologo Arnaldo Caruso, direttore del laboratorio di Microbiologia degli Spedali Civili di Brescia e presidente della Società italiana di Virologia, ha affermato di aver isolato una variante di virus meno potente. È una dichiarazione sicuramente attendibile ma dobbiamo aspettare di vedere i dati pubblicati e avere conferme da parte di altri laboratori che per ora non sono ancora arrivate.

La possibilità che il virus muti è positiva o negativa?

Dipende. Secondo quanto ha dichiarato il dottor Caruso, al laboratorio che dirige hanno notato mutazioni che rendono il virus meno aggressivo, quindi sarebbe una notizia positiva. Al momento, però, non si tratta di un dato pubblicato su cui è possibile esprimersi, trarre delle conclusioni o formulare spiegazioni su ciò che può accadere: lo teniamo presente e vediamo cosa succede. La prudenza è inevitabile, perchè il Covid potrebbe mutare anche in senso opposto: qualche tempo fa negli Stati Uniti, per esempio, si erano riscontrate varianti molto più aggressive. In questo senso, metto in guardia da quelle che in gergo vengono chiamate narrazioni.

Cosa intende?

Prima tutto risultava catastrofico mentre adesso siccome le persone hanno un disperato bisogno di ricominciare sia emotivamente sia economicamente viene dato peso solo alle notizie positive: ritengo che sia sbagliato esagerare in entrambi i casi. Stiamo raccogliendo i frutti dei sacrifici che sono stati fatti, delle misure prese e, se vogliamo, dell’avvicinarsi dell’estate, ma il punto è che il pericolo non è assolutamente scampato. Non bisogna pensare che il 3 giugno potremo tornare a uscire dalle regioni, andare in vacanza e dimenticarci del Coronavirus perchè ogni giorno vengono identificati centinaia di nuovi casi e questo significa che stanno circolando migliaia di persone contagiose. Basta poco per accendere nuovi focolai, soprattutto in autunno quando il clima sarà meno favorevole e trascorreremo più tempo negli spazi chiusi. Serve cautela, siamo molto felici di tutto ciò che ci fa ritenere che le cose stiano migliorando ma non bisogna calare l’attenzione perchè il problema non è risolto.

Per concludere, negli ultimi giorni si sta discutendo molto della movida. Cosa ne pensa?

Secondo me si sta dando troppo peso a questo tema. La maggior parte dei contagi non avviene all’aperto e se si decide di aprire bar, gelaterie e ristoranti prevedendo al tempo stesso che è meglio stare fuori è ovvio che la gente rimane all’esterno. O si dice che bisogna rimanere ancora chiusi in casa e si prende la responsabilità dei locali che falliscono o, se si stabilisce che i locali riaprano ma all’interno non ci deve stare troppa gente, è ovvio che le persone stiano fuori.

Quindi serve chiarezza

Bisogna decidere e prendersi la responsabilità delle proprie decisioni, non demandarla alle persone o peggio ancora alimentare una competizione tra le generazioni come se i giovani fossero egoisti e ignorassero i rischi che corre chi ha un’età più avanzata. Prima di tutto perchè a bere la birra non ci sono solo i più giovani e poi perchè ci saranno stati casi di gestione sbagliata o delle imprudenze ma stanno circolando sempre le stesse foto: è difficile capire quanto il fenomeno sia diffuso. Mi sembra che non sia il punto fondamentale e, tra l’altro, non abbiamo prova che siano queste le situazioni in cui avvengono più contagi.

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