Lo scorso ottobre, a Torino, tentò di sgozzare la compagna con dei cocci di bottiglia. A quanto pare lei non voleva più vederlo dopo avere scoperto le ombre del suo passato: M. S., nel 2008, aveva ucciso a Bergamo l’allora fidanzata 21enne, e per questo era stato condannato. L’uomo, detenuto nel carcere delle Vallette, aveva un permesso di lavoro esterno e secondo i risultati della perizia è sano di mente.
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Stando a quanto emerso dalla discussione, il gesto fu dettato da “impulsività emotiva” alimentata dal consumo di una bevanda alcolica. La giovane, oltre ad avere deciso di troncare la relazione, aveva manifestato la volontà di non avere più contatti con lui a qualsiasi titolo. Safi si era allontanato con una scusa dal posto di lavoro (una birreria) e l’aveva raggiunta pretendendo di accompagnarla a casa: poi l’aveva aggredita.
La donna, ferita al volto, fu operata all’ospedale Maria Vittoria. Ora è assistita dall’avvocato Anna Ronfani. L’indagato è difeso dall’avvocato Davide Barillaro. Il pubblico ministero Patrizia Gambardella sta procedendo per tentato omicidio.
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