“Ho letto con sgomento le sue affermazioni riguardo al ruolo che lei attribuisce ai farmacisti circa la carenza di mascherine e con altrettanto disagio i goffi tentativi di correggersi senza smentirsi”. Inizia così la lettera inviata martedì 19 maggio dal presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Bergamo, il dottor Ernesto De Amici, al commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, dopo le affermazioni dei giorni scorsi in cui additava i farmacisti come profittatori riguardo il prezzo delle mascherine chirurgiche (“La colpa della mancanza di mascherine? Non è mia ma dei farmacisti e dei distributori: chi oggi dice di non averle, fino a una settimana fa le vendeva a prezzi ben più alti”).
“Per lei – continua la lettera – noi siamo gli approfittatori che speculano sulle sofferenze della gente, per i bergamaschi siamo quelli che hanno rinunciato ad ogni contributo per non interrompere la fornitura di ossigeno, lavorando, di fatto, gratis. Eppure, siamo sempre gli stessi”.
Allora, si chiede il dottor De Amici, quale è la verità? “La sua visione distorta dal desiderio spasmodico di salvarsi la sedia – scrive ancora il presidente dei farmacisti bergamaschi ad Arcuri – oppure la realtà che i bergamaschi toccano con mano ogni giorno?”.
Conclude la lettera: “Ovviamente non pretendo che mi creda sulla parola, ma si informi presso la dirigenza Ats di Bergamo. E poi, si vergogni!”.
commenta