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Lettere

La lettera

Un furto di documenti e il ritrovamento: una storia a lieto fine, con riserva

Una corsa tra le campagne di Mapello e al ritorno l'amara scoperta: il furto di documenti, chiavi, effetti personali dalla propria auto. L'appello a Bergamonews, l'aiuto di molti lettori e il ritrovamento di tutti gli effetti personali. E la voglia di aiutare le persone che sono state solidali con lui: questo è il racconto di Daniele Rota.

Pubblichiamo la lettera di Daniele Rota che giovedì scorso ha subito un furto a Mapello. La richiesta di aiuto a Bergamonews e l’aiuto dei lettori fino al ritrovamento di documenti e indumenti.

Giovedì scorso ho lasciato l’automobile parcheggiata in via del Lazzarino a Mapello, di fronte al campo da calcio, una zona molto trafficata e frequentata. Mi piace correre, quindi sono salito sul Monte Canto. Al mio ritorno, purtroppo, trovo l’amara sorpresa: il finestrino posteriore della mia auto è rotto e dal portabagagli è sparito tutto, il cambio dei vestiti e la borsa del lavoro con documenti ed effetti personali.

Dapprima provo un senso di smarrimento, poi la rabbia e la rassegnazione. Rassegnazione che non ha invece investito mia moglie, Sibilla, che da casa ha messo al corrente dell’accaduto Bergamonews che ha tempestivamente pubblicato un articolo sull’accaduto, invitando chiunque avesse notizie utili a mettersi in contatto con noi.

Nel frattempo procedo con la denuncia presso la stazione dei carabinieri di Ponte San Pietro. Personalmente nutro grande rispetto per le forze dell’ordine, e vedere al lavoro l’appuntato scelto Luigi F. (non cito il cognome per ovvie ragioni), che compila il mio verbale e contemporaneamente risponde a varie chiamate con grande pacatezza e senso del dovere, mi rasserena e fa crescere ancor di più in me la stima che ho per l’Arma.

Sabato mattina ricevo il primo contatto da un lettore di Bergamonews: il signor Federico Regazzi, ci avvisava di aver visto in un campo tra Bonate Sopra e Chignolo d’Isola, un borsone abbandonato: dalla descrizione sembrava proprio il mio. Non conoscendo la zona chiedo aiuto ad un collega che si offre di accompagnarci, Giovanni Mangili: finalmente troviamo il borsone con il cambio vestiti ed alcuni effetti personali. Purtroppo non c’è traccia dei documenti e delle chiavi di casa, la preoccupazione non mi abbandona.

Oggi, aprendo la posta elettronica, trovo un messaggio di un certo Signor Quarti Silvio, che dopo aver letto il mio indirizzo e-mail su un biglietto da visita, si è preso la briga di contattarmi, avvisandomi di aver rinvenuto dei documenti a me intestati in un capanno. Ci diamo appuntamento nei pressi di Bonate Sopra; quando lo incontro noto che il volto, se pur celato dietro una mascherina, non mi è nuovo: anche lui è un runner, ci siamo incrociati di recente durante un allenamento… un volto famigliare!

Mi porta alla proprietà del Signor L.F., suo amico, nonché proprietario del capanno, e lì la seconda sorpresa: trovo la borsa del lavoro con tutti i documenti e gli effetti personali, che non hanno evidentemente un grande valore economico, ma affettivo.

Parlando con loro capisco che nella vita hanno raggiunto traguardi importanti, sono bergamaschi dalla pelle dura, quelli che hanno lavorato una vita dalla mattina alla sera a testa bassa, quelli che non mollano mai, quelli che se devono aiutare il prossimo non si risparmiano pur rimanendo nell’ombra, senza raccogliere i dovuti ringraziamenti.

Quindi, tutto è bene ciò che finisce bene? Non proprio, c’è un lato buio in tutta questa storia, che proprio non riesco ad accettare: parlando col Signor L.F. scopro che la sua proprietà è spesso frequentata da due o tre balordi, gli stessi che evidentemente hanno compiuto il furto: bivaccano occasionalmente nel capanno recando danni con atti di vandalismo. La sua sembra una battaglia impari, nonostante provi a cacciarli, questi tornano a loro piacimento e lui non si sente padrone a casa propria.

Beh, io spero che qualcuno possa risolvere questa situazione, non è ammissibile che una persona debba subire un sopruso del genere, a maggior ragione chi ha dato molto alla comunità. Vorrei aiutare questo signore, spero queste righe riescano a smuovere qualcosa in suo favore.

Concludo volendo ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine, amici e colleghi che col loro lavoro mi hanno assistito con la consueta professionalità.

Ma soprattutto voglio ringraziare tutti coloro che, pur non conoscendomi di persona, si sono prodigati dedicandomi parte del loro prezioso tempo: persone che mi hanno dimostrato un grandissimo senso civico e che sono fiero appartengano a questa straordinaria comunità chiamata Bergamo!

Grazie di cuore e un abbraccio a tutti voi!

Daniele Rota

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