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La ricercatrice falanga

“La terapia con plasma iperimmune? Un’arma efficace in attesa del vaccino”

Anna Falanga, Direttore del Centro Trasfusionale dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo e Responsabile scientifico Fondazione Artet spiega i due studi, uno sul plasma che si sta sviluppando proprio a Bergamo

L’emergenza Coronavirus ha spinto sull’acceleratore della ricerca. La Fondazione Artet è una Onlus, nata a Bergamo nel 2018 da un’idea di Roberta Sestini, presidente, Giovanna Bosatelli vicepresidente, ed Anna Falanga, Responsabile Scientifico, per svolgere attività di ricerca scientifica nel campo delle relazioni tra trombosi, emostasi e tumori.

La pericolosa relazione che si instaura tra infezioni virali e trombosi è da tempo scientificamente conosciuta. In questi mesi è purtroppo emerso che la trombosi e, nel peggiore dei casi, l’embolia polmonare, sono una frequente complicanza, e talora la causa di morte, nei pazienti affetti da Covid19. I pazienti ricoverati per Covid19 mostrano infatti un eccessivo stato di ipercoagulabilità e cioè una forte tendenza a formare coaguli nel sangue. Proprio per questo motivo, il gruppo di ricercatori medici e biologi del Centro di Emostasi e Trombosi è coinvolto in prima linea nella gestione di queste complicanze e nella gestione dei pazienti che già cronicamente in terapia con farmaci anticoagulanti sono esposti a queste infezioni. La ricerca che si sta effettuando, come Immunoematologia e Medicina trasfusionale, insieme anche alla Fondazione Artet, ha come obiettivo quello di capire come e perché gli eventi trombotici si sono verificati, per esempio su pazienti Covid che erano a rischio perché portatori di altre patologie, quindi con condizioni infiammatorie in atto e potenziate dal Covid, ma anche e soprattutto in assenza di altre comorbilità e su quali componenti il nuovo coronavirus agisce come possibile agente procoagulante.

Questo studio – spiega Anna Falanga – prevede un monitoraggio continuo dei marcatori specifici di attivazione della coagulazione per identificare, in questi pazienti, possibili fattori predittivi di trombosi che ci possono aiutare nella ricerca di nuove strategie di prevenzione”.

Il secondo studio che la Fondazione Artet sostiene è quello che vede l’utilizzo del plasma iperimmune. Sempre più evidenze stanno infatti mostrando che l’uso del plasma dei pazienti convalescenti da Covid-19, se infuso in pazienti critici affetti da questa infezione, determinerebbe un rapido miglioramento delle loro condizioni.
L’idea di usare il plasma iperimmune risale a quasi 100 anni fa, ed è stata applicata nella cura di vari agenti patogeni, come l’epatite B, la poliomielite, l’influenza, l’Ebola. Oggi, la stessa idea viene applicata contro Covid-19.

“Il primo obiettivo di questo progetto – spiega Anna Falanga, Direttore del Dipartimento interaziendale di Medicina trasfusionale ed ematologia della provincia di Bergamo – è capire se questo plasma può aiutare i malati più gravi a guarire, il secondo è capire se può aiutare chi viene colpito da Covid-19 in forma lieve a non aggravarsi. Questo tipo di terapia potrebbe essere molto utile in pazienti fragili, come quelli che soffrono o hanno sofferto anche di altre malattie, o in famigliari e ai conviventi che possono essere stati esposti al virus evitando loro di ammalarsi. La terapia con plasma iperimmune potrebbe essere un’arma veramente efficace e che potrebbe fare da ponte per proteggere le persone infette o che si infetteranno nei prossimi mesi prima dell’arrivò dei vaccini”.

FONDAZIONE ARTET

Fondazione Artet collabora attivamente con medici e biologi ricercatori del Centro Emostasi e Trombosi dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, diretto dalla Dottoressa Anna Falanga, promuovendo la ricerca scientifica e progetti di cura e assistenza dedicati ai pazienti fragili che necessitano di terapie anticoagulanti/antitrombotiche e/o terapie trasfusionali. In questi mesi la Fondazione Artet è fortemente impegnata anche per far fronte all’emergenza del Covid ed è vicina a quanti sono stati toccati, direttamente o​ indirettamente, dalla malattia causata dal coronavirus Sars-CoV-2.
In particolare, la Fondazione Artet sta sostenendo due importanti progetti della Divisione di Immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che mirano a identificare le possibili cure per i pazienti ricoverati per infezione da Covid-19, e sempre in questi pazienti, le possibili cause e i marcatori predittivi di trombosi.

COME DONARE PER LA RICERCA

Per questo, ora più che mai, Artet, con il generoso aiuto di diversi imprenditori della Bergamasca, come Siad e Gewiss, sta sostenendo la ricerca contro il coronavirus perché solo attraverso la ricerca scientifica potremo conoscere questo virus e fermarlo. L’aiuto di ciascuno è fondamentale per poter portare avanti la ricerca scientifica, la nostra unica arma anche in questa lotta contro il nuovo Coronavirus.
Dona anche tu e sostieni Fondazione Artet Onlus
IBAN: IT63Q0311111110000000000586

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