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Il dottor marinoni

Bergamo, la Lombardia e la carenza di tamponi: l’errore è stato fatto all’inizio

Il dottor Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei Medici di Bergamo: "Adesso ilnumero dei tamponi disponibili quotidianamente è aumentato ma siamo ancora lontani dalle effettive esigenze"

Dove non arriva il sistema sanitario pubblico arrivano i privati. È quello che sta succedendo nella Bergamasca e più in generale in tutta la Lombardia per sopperire all’ormai nota mancanza di tamponi, una delle criticità più grandi che stanno connotando le gestione dell’emergenza Coronavirus.

Nella situazione in cui ci troviamo, consentire ai privati di reperire i tamponi, i reagenti (cioè le sostanze chimiche che servono per evidenziare la presenza del virus) e le apparecchiature per processare i tamponi può permettere di riuscire ad avere ciò che occorre, anche se il costo è irrisorio rispetto alle potenzialità del bilancio regionale.

Illustrando lo stato di fatto, il dottor Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo, spiega: “Il problema della carenza dei tamponi sta continuando: il numero di quelli disponibili quotidianamente è aumentato perchè sono stati coinvolti altri laboratori, anche se siamo ancora lontani dalle effettive esigenze. E poi è in previsione l’arrivo di una nuova apparecchiatura che è stata donata dal Distretto Rotary 2042 all’Asst di Seriate. Servono, infatti, tecnologie automatiche che processino più test contemporaneamente, perchè sono tanti e devono essere analizzati in serie, come se si trattasse di una produzione industriale”.

Una delibera della giunta regionale ha aperto alla possibilità di effettuare i tamponi dai privati, a pagamento, per testare l’eventuale positività al Coronavirus. Il dottor Marinoni prosegue: “Il provvedimento prevede che i privati possano destinare il 20% dell’aumento di produzione all’offerta a pagamento. La gran parte, dunque, rimane destinata al pubblico”.

“Per quanto riguarda i test sierologici – aggiunge il dottor Marinoni – i laboratori privati che li effettueranno dovranno garantire il percorso completo fino al tampone se il risultato sarà positivo, cioè se viene evidenziato che la persona è entrata in contatto con il virus, altrimenti ci ritroveremmo pazienti col dubbio di essere ancora contagiosi”.

Infine, viene spontaneo interrogarsi sui motivi della mancanza dei tamponi in Lombardia. Il dottor Marinoni conclude: “Quando era il momento di attrezzarsi e fare gli acquisti non sono stati fatti perchè non credevano che fosse importante effettuarli. Adesso si sta correndo ai ripari ma il mercato non offre più tanto e bisogna mettere in piedi un sistema organizzativo che andava coordinato prima come è stato fatto in altre parti per esempio in Veneto. Va anche considerato, però, che non si può paragonare il Veneto alla Lombardia perchè anche se da noi avessimo avuto una governance meravigliosa la situazione sarebbe stata comunque peggiore perchè il numero degli abitanti e la densità della popolazione sono maggiori. Si può dire che in Veneto hanno comprato il materiale necessario in tempo, avevano i tamponi e li hanno eseguiti, cioè avevano un’efficace strategia territoriale, ma l’impatto da noi sarebbe successo qualcosa di più grave perchè la conformazione urbanistica è diversa. Per esempio la Media Valle Seriana è una città lineare che si propaga da Bergamo mentre là c’è qualche conglomerato urbano ma i paesi sono meno concentrati”.

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