“Se si cura una malattia si vince o si perde, se si cura una persona, vi garantisco che in quel caso, si vince qualunque esito abbia la terapia”.
Recitava questa frase Robin Williams nel famoso film Patch Adams, film in cui viene rappresentata la nascita della clownterapia e si inizia a pensare a curare il paziente così come si cura la malattia.
È stato scientificamente provato che la musica, come una buona risata, un sorriso o anche più semplicemente una bella chiacchierata, possano essere d’aiuto e di supporto alla medicina e soprattutto ai pazienti e alle persone che stanno al loro fianco.
In Italia, nel 1997 nasce la federazione VIP ITALIA – Viviamo in Positivo Italia Onlus, che collega e coordina ben 72 associazioni presenti in tutto il territorio italiano per un totale di circa 5.000 volontari clown.
Ed è proprio nella nostra città Bergamo, che una di queste associazioni nasce nel 2002 come Dutur Claun VIP Bergamo Onlus, con più di un centinaio di volontari, fra i quali ci sono anche io da più di un anno.
So già a cosa starete pensando, il primo pensiero spesso è: “Cavolo, che bello! Ma non sarei mai in grado di farlo” ed è da qui che vorrei proprio partire, dalla bellezza di questo mondo.
Siamo soliti dire che in quello che facciamo, doni 100 e ti ritorna indietro 1000, ed è vero!
Non è semplice spiegare a parole quello che si prova, ma oggi proverò a farlo e chissà che magari queste parole non facciano scattare qualcosa anche in voi che state leggendo per provare a buttarvi in quest’esperienza.
Sono una persona molto solare, a cui piace scherzare e ridere sempre; ho sempre sentito come se avessi tanto dentro, tanti colori e che non potevo tenerli solo per me ma avrebbero potuto fare molto di più, avevano un obiettivo più grande.
Da una ricerca in internet ho scoperto quest’associazione nella nostra città e dopo essermi informata la prima volta, ho preferito aspettare a chiedere maggiori informazioni; forse non ne ero ancora convinta al 100%.
Dopo circa due anni, ho iniziato a sentire la necessità di donare qualcosa agli altri e capii che quello era la tipologia di volontariato che scorreva nelle mie vene; sembrava essere stato creato apposta per me. Quindi ho fatto un passo in avanti contattando l’associazione, ho fatto un corso di formazione ed ho iniziato il mio percorso che ha soddisfatto tutte le mie aspettative; non era solo un’esperienza di volontariato, ma di vita che mi ha cambiato nel profondo.
Ho iniziato a dare più valore alle piccole cose, ai piccoli gesti, a quelle sfumature che prima non notavo e che passavano inosservate; ho scoperto il vero valore di un abbraccio e la forza che può avere; ho imparato che siamo tutti così speciali e che ognuno a modo suo ha qualcosa da donare agli altri.
Ovvio, anche io ero impaurita e in ansia le prime volte, non sapevo bene cosa mi aspettasse, cosa avrei potuto fare, se fossi stata all’altezza e giusta per quel ruolo; ma mentre che mi facevo tutte queste domande, mi accorsi che in realtà avevo trovato il mio posto, dove ci sono infiniti colori e tu sei essenziale per donare le tue sfumature che faranno senza dubbio la differenza.
Ho dunque iniziato a far parte della famiglia del naso rosso, dove non puoi mai sentirti solo perché ci sarà sempre qualcuno pronto a tenderti la sua mano. Facciamo servizi in ospedali, RSA , carceri e svolgiamo anche testimonianze in scuole, oratori e dove viene richiesta la nostra presenza e partecipazione.
Partiamo sempre con la consapevolezza che non andiamo a salvare nessuno, non siamo lì per questo, il nostro scopo è strappare un sorriso anche dove il dolore ha fatto dimenticare come si fa; due chiacchiere per far distrarre la mente dai soliti pensieri, noi siamo lì per portare una risata, per far tornare bambino anche chi non lo faceva da tanto tempo. Vogliamo far ricordare a tutti l’importanza del gioco, dell’immaginazione e della fantasia.
Credetemi, quando si entra in una stanza e ci si trova di fronte ad una persona che di sorridere non ne ha la minima voglia, adulto o bambino che sia, dove il dolore lo puoi percepire nell’aria, ma alla fine, fra una battuta e l’altra, riesci a strappargli un minimo sorriso, quello è il trofeo più grande che puoi sollevare e la gioia più grande che possono donarti; perché sai che non avevano la ben che minima intenzione di ridere, eppure li vedi lì a non pensare al dolore o a tutto quello che li circonda. Ma è quel sorriso il regalo più grande.
La cosa incredibile è uscire dalla stanza con loro che ti ringraziano quando invece sei tu ad avere il cuore pieno di gioia e amore per quel sorriso che hanno deciso di donarti.
Eh già, per questo ci piace dire che noi volontari doniamo 100 ma riceviamo sempre in cambio 1000.
Certo, ci sono anche situazioni difficili da affrontare; si vedono bambini che soffrono tanto e ti chiedi perché il mondo possa essere così crudele. Purtroppo ci sono cose più grandi di noi che non possiamo modificare, ma possiamo fare la differenza cambiando la loro giornata anche solo per 10 minuti.
Ci dimentichiamo che sono pazienti e che soffrono, ci dimentichiamo di essere in ospedale, ma non ci dimentichiamo della felicità che si cela dietro a due occhi che ti guardano per i tuoi abiti bizzarri, e di quel sorriso che spunta per il tuo modo di fare buffo o per il tuo cantare stonato.
Ci sono clown molto bravi nel fare i palloncini, quelli bravi con i giochi di magia, quelli bravi nella giocoleria; ci sono anche quelli che non sono particolarmente portati in nulla ma bisogna sempre credere anche solo nella forza del proprio sorriso.
Alla fine di ogni servizio, si è davvero stanchi, però provate ad incontrarci all’uscita e provate a guardare i nostri occhi e i nostri sorrisi, e capirete, senza dire nulla, quanta energia e gioia abbiamo nel cuore per tutto quello che ci siamo portati a casa.
Ricordatevi che due occhi sanno dire molte più parole di qualsiasi discorso, spesso le parole non servono. Un clown vede oltre, questo è il nostro segreto; con l’immaginazione possiamo vedere una flebo come una boccia con un pesce rosso all’interno; un’immagine alla quale solo un bambino potrebbe pensare. Forse la felicità sta proprio qui, nel tornare bambini e dimenticarsi di tutti gli stereotipi del mondo adulto a cui siamo abituati.
Non è semplice spiegare a parole quello che si prova, le emozioni e ciò che davvero c’è dietro alla maschera più piccola del mondo: il nostro naso. Certe cose solo provandole si possono davvero comprendere, ma spero con questo racconto di esser riuscita a trasmettervi anche solo un pizzico di tutto quello che è questo fantastico mondo.
Bisogna crederci, esserne convinti e ricordarsi che abbiamo tutti qualcosa di speciale in noi che possiamo donare agli altri. Basta volerlo.
Ricordatevi che c’è sempre almeno un lato positivo, dipende sempre dalla prospettiva con cui si guardano le cose, nel caso basta cercare di cambiarla.
“A meno che uno come te non lo voglia, niente andrà meglio o sarà risolto” Dr. Seuss
Qui il link del sito dell’associazione Dutur Claun VIP Bergamo Onlus per chi volesse ulteriori informazioni http://www.duturclaun.org/
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