Quando agli inizi degli anni ’80 nacque la Cooperativa Agricola Sant’Antonio, nessuno dei fondatori aveva la minima idea che, quasi mezzo secolo dopo, il suo ruolo sarebbe risultato determinante nel mondo degli allevatori e dei produttori della Val Taleggio, ancora di più durante quest’ultimo periodo a causa dell’emergenza sanitaria. Ma è andata proprio così: è stata la collaborazione, oltre alla grande solidarietà dei bergamaschi (e dei lombardi), a dare la spinta decisiva ai produttori del territorio in un periodo terribile qual è stato quello di marzo e aprile 2020.
“La Cooperativa ha dimostrato la propria forza – spiega il presidente Fabio Arrigoni -. Senza questa unione avremmo rischiato una guerra tra poveri, in un momento già di per sé drammatico, con prezzi al ribasso che non sarebbero andati a premiare il lavoro di nessuno. Questa emergenza ci ha insegnato ancora una volta cosa significa fare squadra, in modo particolare per una realtà piccola e delicata come la nostra”.
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La Cooperativa Sant’Antonio è nata proprio per raccogliere il latte, frutto del lavoro di tanti singoli allevatori, ed evitare che fosse venduto a fondo valle disperdendo un grande patrimonio: “Oggi il 95% del latte prodotto viene acquistato dalla Cooperativa – sottolinea Alvaro Ravasio, presidente del Consorzio di Tutela dello Strachítunt e socio della Cooperativa Sant’Antonio -. Così facendo i produttori della zona hanno un margine di guadagno non solo sul latte stesso, ma anche sul formaggio e sui latticini che vengono prodotti. La filiera diventa più lunga e c’è più guadagno per tutti. Il Consorzio ha dato una mano facendo da megafono nella diffusione delle informazioni e delle attività che si stavano svolgendo in valle, grazie ai propri contatti e utilizzando quella che negli ultimi anni è diventata un’immagine forte di un prodotto simbolo di un territorio e della sua gente, facendosi portavoce di messaggi importanti e solidali. Lo scopo della Cooperativa è proprio quello di unire più persone che hanno gli stessi intenti: oggi in Val Taleggio produciamo Strachítunt e Taleggio, due Dop a latte crudo con una filiera controllata (le vacche sono quasi interamente di razza Bruna e selezionata), mentre l’alimentazione è prevalentemente foraggio locale che vuol dire cura del terreno, allontanamento del bosco, taglio dei prati. Tradotto: la nascita di prodotti tipici e unici è strettamente collegata alla cura e al mantenimento del territorio. Questa è la Cooperativa Sant’Antonio”.
Quarant’anni di impegno e di ottimi formaggi hanno portato la Cooperativa Sant’Antonio a ritirare il latte di ben cinque aziende agricole della Val Taleggio e tre della Val Brembilla, coinvolgendo anche gli stagionatori: “L’indotto di questa parte di valle è di ottanta lavoratori – spiega Arrigoni -, gente che con la pandemia ha potuto comunque lavorare spostando la produzione verso formaggi a conservazione più lunga, che non devono per forza essere venduti in poco tempo”.
Ma in Val Taleggio non ci si limita solo alla produzione di ottimi formaggi. Tra eventi, manifestazioni e partecipazione a concorsi il futuro del settore lattiero-caseario parla anche di comunicazione: “Il domani sarà caratterizzato da filiere corte e consumi sul territorio – commenta Ravasio – per continuare a crescere dobbiamo portare gente in casa nostra. Come? Vendendo l’immagine della valle: nei due mesi di emergenza sanitaria, grazie alla comunicazione e all’e-commerce della Cooperativa Agricola Sant’Antonio, abbiamo ricevuto da tutta la Lombardia circa cinquecento ordini. Per noi è qualcosa di straordinario perché, in altri tempi, per raggiungere questi numeri ci servivano anni”.
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